Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:42 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. GARDEN OF CHAOS
  2. SATAN’S PLAYGROUND
  3. SAVIOR’S CALL
  4. THIS TIME IS THE LAST TIME
  5. ONLY A MATTER OF TIME
  6. SPIRIT IN THE SKY
  7. METAL BREED
  8. MILLENNIAL REIGN
  9. UNCONDITIONAL
  10. ODE TO ALEXANDER

Line up

  • Rob Rock: vocals
  • Carljohan Grimmark: guitars
  • Andreas Johansson: drums
  • Andreas Olsson: bass

Voto medio utenti

Fin dai tempi dei M.A.R.S. era chiaro che l’ugola di Rob Rock non poteva essere annoverata tra le tante che affollano il metalrama.
Una tesi rafforzata da svariate altre collaborazioni e da una piuttosto brillante carriera solista, che conduce il vocalist americano alla pubblicazione di questo nuovo “Garden of chaos”, un ottimo esempio di come si possa anche nell’Anno Domini 2007, realizzare un disco di heavy/power metal dai connotati “classici” (e quindi per nulla originali), incredibilmente trascinante e convincente, tanto da dimenticare l’assoluta dipendenza da modelli consolidati.
Fermo restando la perfezione tecnica di Rock e dei suoi pards (tutt’altro che sconosciuti, tra l’altro, trattandosi di preziosi “musici” provenienti dai Narnia, capitanati dall’axe-man Carljohan Grimmark, un virtuoso dotato di sostanziosa sensibilità), la vera differenza la fa la classe di un songwriting davvero vincente, capace di produrre una materia versatile, plasmata con la medesima dovizia dalla melodia irresistibile e dalle serrate sarabande metalliche, dando origine ad una calibratissima miscela che non mancherà di accontentare tutti i sostenitori di questo suono “ancora” così travolgente, quando congeniato così bene.
Certo che poter contare su di una laringe contemporaneamente grintosa, potente e costantemente accattivante in ogni soluzione espressiva, aiuta sicuramente a conquistare punti importanti nella valutazione finale, ma Vi assicuro che, e tengo a sottolinearlo, “Garden of chaos” trionfa grazie soprattutto ad un eccellente “lavoro di squadra” (che comprende pure la nitida e poderosa produzione, a cui ha collaborato il noto Roy Z), il quale, nonostante tutto, consente al Cd di sottrarsi dall’eccesso di banalità in un settore in cui, invece, la presenza di tal elemento è (purtroppo) parecchio diffusa.
“Garden of chaos”, “Satan’s playground”, “Savior’s call”, “Only a matter of time” (splendida!), “Spirit in the sky” e la folgore “Millennial reign” Vi faranno cantare, suonare l’air guitar e scuotere il “capoccione”, mentre sarete avvolti da un pathos tangibile durante l’ascolto di “Unconditional” e “Ode to Alexander”, dove il mezzo espressivo diventa più introspettivo e sentimentale, conservando intatta la sua notevole carica emozionale.
Tra i tanti gioiellini di un album di grande spessore complessivo si segnala, poi, con il suo svolgimento groovy e per la sua volubile costruzione abbastanza peculiare nell’economia del dischetto, “This time is the last time”, un numero dalle straordinarie proprietà adescanti e magnetiche.
Rob Rock è innegabilmente uno dei più autorevoli “Guardians of the Flame” e con gente di questa levatura a proteggerla, la vivacità di tale “Fuoco” sembra non rischiare affievolimenti di sorta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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