Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:43 min.
Etichetta:Relapse
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. WRAPPED IN GUILT
  2. TONGUES AND KNIVES
  3. NOTHING IN NO TIME
  4. ANTICIPATION OF A HIGH
  5. GRASP THE AIR
  6. COMMUNICHATE
  7. SUBSTANCE FOR SHADOW
  8. GOD SHAPED HOLE
  9. DEGENERATIVE BLEEDING

Line up

  • Adam Agius: vocals, guitar, keyboards
  • John Bray: bass
  • Rodney Holder: drums
  • Roy Torkington: guitars

Voto medio utenti

Ricordo ancora molto bene quando nel lontano 1993 mi imbattei quasi per caso in una nuova band australiana, dal sound fresco e personale… Era l’anno di uscita di “Jar of kingdom”, album di esordio degli Alchemist. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ed ecco che oggi ritroviamo i nostri canguri metallari sotto Relapse, un’etichetta che si è sempre distinta per saper osare quando si tratta di scegliere le band del proprio rooster. Già, perché gli Alchemist non sono una band facile da vendere, con il loro stile così particolare e di non facile assimilazione.
Ma cosa suonano quindi questi Alchemist? Bella domanda, a cui non è così semplice rispondere… Partendo da un metal estremo che affonda le sue radici nel death, la musica del quartetto si arricchisce di suoni estranei alla nostra musica preferita, quali la psichedelica, in parte la musica elettronica ed ambient, molta musica sperimentale degli anni ’70, il tutto “incollato” con un gusto prog d’altri tempi, senza però perdere di vista i suoni moderni di oggi…
Un bel minestrone, direte voi… in parte è vero, in parte no, in quanto comunque i nostri riescono a bilanciare alla perfezione tutte queste influenze, riuscendo a comporre quindi dei brani fluidi e con una propria identità. Diciamo che la band si diverte a destrutturate diversi generi e poi ristrutturarli a proprio piacimento, creando un amalgama sonoro davvero particolare, che lascia il segno ma che per certi versi potrebbe addirittura spiazzare.
Volete dei nomi? Beh, non è facile farvi capire le influenze di quali band potete trovare nella musica contenuta in “Tripsis”, però se proprio vogliamo sbilanciarci possiamo parlare dei Voivod che incontrano e si scontrano con gli Strapping Young Lad e con buona parte dei gruppi sperimentali dei seventies.
Gli elementi più rigorosamente ancorati all’estremo risiedono essenzialmente nella voce di Agius, quasi sempre assestata su toni grevi al limite del growl, in qualche riff più oscuro e veloce (“Nothing in no time”), e in parti di doppia cassa decisamente incisive, mentre sono i feedback di chitarra, gli echi e le tastiere, molto presenti e penetranti, a dare al tutto quel tocco più progressivo di cui parlavamo (“Substance for shadow”).
Gli unici piccoli difetti che possiamo attribuire al cd sono che il quasi growl di Agius alla lunga stanca un po’ e risulta leggermente fuori contesto, e che le splendide atmosfere che troviamo per esempio nella opener “Wrapped in guilt” non sono state distribuite allo stesso modo durante tutto il corso dell’album, quindi alcune volte ci troviamo di fronte a dei cali che abbassano un po’ la tensione. In ogni modo non si tratta certo di peccati gravissimi, solo di qualcosa che ti lascia l’amaro in bocca perché va a minare un cd che altrimenti sarebbe potuto essere di gran lunga superiore. Segnalerei, tra le altre interessanti song, la vorticosa e quasi asfissiante “God shaped hole” e la più epica “Grasp at air”.
Ad ogni modo mi sento decisamente di segnalare gli Alchemist come una delle poche band in grado di osare e proporre qualcosa di “nuovo” nel panorama metal attuale. Di quanti altri gruppi possiamo dire lo stesso? Direi veramente pochi, quindi già questo può essere motivo di vanto per i nostri…
In conclusione mi preme spendere due parole anche sull’artwork del cd, ad opera dello stesso Roy Torkington, famoso e apprezzato graphic designer, che ben si sposa al senso futuristico della musica del gruppo, con quel rosso e quel blu, caldo/freddo, che rappresentano alla perfezione il dualismo di sonorità presente su “Tripsis”.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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