Copertina 10

Info

Past
Anno di uscita:1994
Durata:66 min.
Etichetta:Epic
Distribuzione:Sony

Tracklist

  1. BLIND
  2. BALL TONGUE
  3. NEED TO
  4. CLOWN
  5. DIVINE
  6. FAGET
  7. SHOOTS AND LADDERS
  8. PREDICTABLE
  9. FAKE
  10. LIES
  11. HELMET IN THE BUSH
  12. DADDY

Line up

  • Jonathan Davis: vocals
  • James 'Munky' Shaffer: guitars
  • Brian 'Head' Welch: guitars
  • Reginald 'Fieldy' Arvizu: bass
  • David Silveria: drums

Voto medio utenti

Il debutto omonimo dei Korn è da considerarsi uno dei dischi più influenti di tutta la storia della musica pesante.
Tanto si è detto e tanto si è scritto sulla band e sul seguito che ha generato, con tanto di polemiche dei fan duri e puri dell'heavy metal, i quali inizialmente hanno rigettato la band di Jonathan Davis, sostenendo che non avesse nulla a che fare con il metal, per via delle vistose influenze rap , industrial e funk, del loro abbigliamento troppo alternativo e sportivo, ma colpevolmente tralasciando il fatto che, in tema di musica pesante e disturbata, i Korn avrebbero potuto tenere lezione a 3/4 delle bands metal in circolazione. Non a caso l'iniziale “Blind” si apre con l'urlo “Are you ready?”. E no che non erano pronti.
Ciò detto, prendete un singer assolutamente deviato, schizoide, paranoico, in fissa con i serial killer e il porno, cresciuto in una famiglia di genitori divorziati, vittima da bambino di abusi sessuali, picchiato e umiliato a scuola da parte di bulli razzisti e omofobi, il cui primo lavoro è stato assistente presso una camera mortuaria. Ecco, immaginatelo su un palco, circondato da altri quattro brutti ceffi, che però sanno suonare, sono dei signori musicisti. Shackerate tutto ed avrete i Korn, unanimemente considerati i fondatori del Nu Metal. Il metallo nuovo, il metallo che abbandona l'ortodossia codificata da bands come Iron Maiden, Metallica, Judas Priest e compagnia cantante, il metal che si apre alla contaminazione con altri generi, che smette di parlare di draghi e principesse fatate e comincia a flirtare con il lato oscuro dell'umanità, con il disagio sociale, con la vita vera e vissuta, la dura realtà delle periferie americane.
Vorrei evitare di fare un track by track, perchè questo disco è un capolavoro dalla prima all'ultima nota.
Non si può però tacere circa la carica bestiale delle chitarre ribassate, dei fraseggi dei due chitarristi, del groove bestiale del basso, capace di slappate che sembrano pugni nello stomaco e carico di influenze funk, nonché di un batterista di estrazione fusion, oltre ad una prova vocale assolutamente malata e fuori controllo, schizzata, paranoide, terrificante, tra urla isteriche e pianti disperati, che vomita, sputa, rimugina testi disperati, incubi oscuri, paure infantili, alienazione.
Canzoni come “Faget” e “Daddy” mettono a dura prova l'ascoltatore, portandolo per mano lungo il labirinto di una mente contorta, riuscendo fargli provare dolore vero.
Ma non si possono citare le varie “Clown”, “Ball Tongue”, “Predictable”, “Shoots And Ladders”, divenute dei veri e propri classici.
Il pianto finale di Jonathan Davis è il suggello di un disco incredibile, divenuto simbolo (insieme ai Nirvana) della generazione X, dei perdenti, dei nerd, carico di rabbia e disperazione.
Imprescindibile, unico, geniale. Da avere a tutti i costi.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino
Korn-Korn

E' un album bello e molto originale, di grande impatto sicuramente. Una pietra miliare del nu metal e del crossover. voto 8/10

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