Copertina 6

Info

Anno di uscita:2002
Durata:39 min.
Etichetta:Low Frequency
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HATESHADES
  2. SWEETEST WRATH
  3. HOLLOW MIND
  4. TIME TO PAY
  5. MY LAST PRAYER
  6. TORN APART
  7. SOULSEARCHING
  8. REVELATION BLACK
  9. DARK PARADE
  10. WITHERED

Line up

  • Jani Peippo: vocals
  • Timo Eskelinen: guitars
  • Hannu Kumpula: guitars
  • Dmitry Martynoff: bass
  • Kalle Tulonen: drums

Voto medio utenti

I Downfall arrivano dalla Finlandia e dopo il MCD "Dark Parade" riescono a realizzare un debut album che si rivela subito orecchiabile e scorrevole, anche perché i Downfall hanno l'accortezza di piazzare in poco meno di 40 minuti ben 10 canzoni. Brani che solo pochi minuti fa, in un scambio di battute via mIRC, ho descritto come un 60% di Sentenced, un 30% di D.A.D. ed un restante 10% di più difficile definizione. E' innegabile che la voce di Jani Peippo sia molto simile a quella di Ville Laihiala, anche se meno "lamentosa" e con un taglio più graffiante, che, quando è sorretta da alcuni passaggi più rockeggianti, mi fa associare i Downfall ai D.A.D. mentre nei momenti più "strascicati" richiamano invece parecchio gli HIM, senza però essere mai così accattivanti. Ho l'idea che i Downfall riceveranno maggiori attenzioni dalle loro parti: non così deprimenti come i Sentenced (in effetti nei loro testi non ho letto nemmeno una volta "suicide" e non troppo spesso "kill"!!) e sopratutto più portati verso brani dalle strutture più dinamiche, anche se non propriamente originali. "Soulsearching" (da notare l'inizio di chitarra alla Paradise Lost) e "Torn Apart", quest'ultima con un riff malinconico e quel ritornello che fa morbosamente "... I'm killing you, every day...", sono tra le espressioni migliori in questo album, mentre perde parecchi colpi "Revelation Black", che pare alla ricerca di atmosfere più dark ma è piuttosto noiosa. Personalmente consiglierei ai Downfall di optare in futuro per un approccio più rocker, dal momento che li vedrei bene in brani più scanzonati (ma anche sporchi, torridi...), un'atmosfera che traspira ad esempio dalla titletrack o da "Withered", senza però mai prendere il volo. Ovvio che alla fine non decolli nemmeno l'album. Forse esagero, ecco "My Last Prayer" è un volo di ricognizione.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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