Copertina 7

Info

Anno di uscita:2007
Durata:38 min.
Etichetta:Megaforce
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. GIVE THANKS AND PRAISES
  2. JAH PEOPLE MAKE THE WORLD GO ROUND
  3. PURE LOVE
  4. NATTY DREADLOCKS 'PON THE MOUNTAINTOP
  5. BUILD A NATION
  6. EXPAND YOUR SOUL
  7. JAH LOVE
  8. LET THERE BE ANGELS (JUST LIKE YOU)
  9. UNIVERSAL PEACE
  10. ROLL ON
  11. UNTIL KINGDOM COMES
  12. IN THE BEGINNING
  13. SEND YOU NO FLOWERS
  14. PEACE BE UNTO THEE

Line up

  • H.R.: vocals
  • Dr. Know: guitar
  • Darryl Jenifer: bass
  • Earl Hudson: drums

Voto medio utenti

I Bad Brains, oltre che una delle formazioni più importanti dell’hardcore statunitense, possono essere a pieno titolo considerati tra i padri fondatori del crossover, essendo stati tra i primi a miscelare punk, heavy metal ed elementi musicali mutuati dalla “tradizione nera”.
Paul “H.R.” Hudson (voce), Gary “Dr. Know” Miller (chitarra), Darryl Jenifer (basso) ed Earl Hudson (batteria), seguaci della religione Rastafarian, hanno saputo combinare in maniera unica spiritualità e furore, forti di una tecnica sicuramente più evoluta e colta della media dei loro colleghi di “genere”, sfornando almeno due dischi fondamentali per lo sviluppo della musica “alternativa”: “Rock for light” del 1983, prodotto da Ric Ocasek dei The Cars, un’autentica pietra miliare, capace di far convivere al suo interno anime apparentemente inconciliabili come hardcore, metal, rock ‘n’ roll, rhythm ‘n’ blues e gospel, senza dimenticare il basilare reggae (il quale, però, vive di una vita propria, separata dal meltin’ pot sonoro creato dai nostri, quasi non si volesse intaccare la sua purezza), e l’incredibile “I against I”, dell’86, per chi scrive un vero capolavoro della “fusione” musicale, in cui anche lo stesso reggae s’integra in un suono mutevole e straordinariamente equilibrato (benché qualcuno giudichi questa sua maggiore “consonanza” come un segno di “arrendevolezza” commerciale), il quale diventerà una vera “lezione” d’espressione per le generazioni a venire.
Da segnalare, poi, anche “Quickness” dell’89, spostato in maggior misura verso il connubio funk/metal e complessivamente forse leggermente anonimo e, anche se molti dei fans del gruppo non saranno d’accordo (ed è facile capire perché ascoltando, ad esempio, un brano come “Whitout you”, non troppo distante dall’AOR!), il piuttosto buono “Rise”, con il nuovo cantante Israel Joseph-I, un lavoro dominato dalla chitarra di Dr. Know, ovviamente non a livello dei suddetti masterpieces, ma che personalmente ricordo sempre con discreto piacere.
Dopo alcuni indispensabili (per una band “in giro” dal 1979!) cenni “storici”, arriviamo, dunque a questo “Build a nation”, che segna l’ennesima reunion dei Bad Brains nella loro versione originale, e dopo le ultime prove discografiche sinceramente non esaltanti, ce li riconsegna in un ottimo stato di forma generale, pronti a riproporre il loro trademark, distinguendo ancora una volta i momenti all’insegna del tipico sound giamaicano da quelli più tirati (ma del resto, il solo “I against I” aveva operato una sorta d’integrazione collettiva) e accentuando pure un po’ la componente dub degli arrangiamenti, presumibilmente per rendere il risultato maggiormente appetibile ai potenziali “nuovi” adepti.
Il disco è gradevole, non eccezionale, ma sicuramente piuttosto godibile, con la voce di H.R. ancora capace di diffondere quel misto di lirismo, schizofrenia e rabbia che l’hanno reso uno dei vocalist più personali della scena e con la sei corde del “Dottore” che si sbizzarrisce a dovere, dando libero sfogo a tutto il suo estro e alla sua sostanziosa e variegata erudizione musicale.
Tra fulmini cangianti carichi di risonanze come “Give thanks and praises”, “Build a nation” e “Universal peace”, le cadenze incalzanti e i vocalizzi asimmetrici di “Expand your soul”, aggressioni spasmodiche come “Jah people make the world go round”, “Let there be angels (just like you)”, “In the beginning” e “Send you no flowers”, trovano ampio spazio le consuete sinuosità reggae che qui si chiamano “Natty dreadlocks ‘pon the mountaintop”, “Jah love”, “Roll on”, “Until kingdom comes” e “Peace be unto thee”, tutti brani ben congeniati e abbastanza coinvolgenti, che ci consentono di accogliere i Bad Brains dell’anno 2007 come un gruppo ancora in grado di poter ambire ad un ruolo di primo piano, anche senza essere più, almeno per il momento, nonostante qualche piccolo segnale positivo pure in questo senso, uno dei prioritari “riferimenti” nel campo dell’innovazione creativa.
Produce (e suona le percussioni) Adam Yauch dei Beastie Boys, uno dei fan più prestigiosi (“they influenced me more than any other band in the world”, si legge sullo sticker applicato sulla cover del “deboluccio” “God of love”, licenziato nel ’95 nientemeno che per la Maverick di Madonna!) dei Cattivi Cervelli.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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