Copertina 7,5

Info

Demo
Anno di uscita:2007
Durata:21 min.

Tracklist

  1. MASTER OF CEREMONIES
  2. THE THINGS THAT YOU CAN’T SAY
  3. I CAN LOSE MY SOUL
  4. AWAY
  5. BACK TO DEVIL’S LAND

Line up

  • Fabio Carpenedo: vocals
  • Andrea Mauro: guitar
  • Fabio Sant: bass
  • Giovanni Francescon: drums

Voto medio utenti

Un’altra salutare iniezione di rock duro nella sua sostanziale configurazione “originale”, abilmente somministrata da un giovane gruppo italiano: già di per sé ci sarebbe di che gioire.
Se poi si tratta di un dischetto in cui sudore, feeling e passione sono talmente “tangibili” da trasudare letteralmente dalle casse dell’impianto stereo (piuttosto buona e “adeguata”, tra l’altro, la registrazione effettuata in presa diretta al Saojo Studio, nella provincia di Udine), beh, direi che la soddisfazione è pressoché completa.
Sono davvero molto bravi i Crow Jail Alley, incrociano con dovizia distorsioni hard, malinconia blues, calore southern e intensità grunge, attraverso cinque episodi persuasivi, coinvolgenti e sanguigni che odorano di Black Crowes, Lynyrd Skynyrd, Cry Of Love, Mother Love Bone e Pearl Jam, ma senza che tali fragranze siano troppo persistenti o fastidiose, solamente parecchio inebrianti.
Tecnicamente preparati e piuttosto sensibili in tutti gli effettivi, mi hanno impressionato positivamente soprattutto le doti del chitarrista Andrea Mauro (dotato di uno stile vigoroso, fluido ed emozionante) e la voce di Fabio Carpenedo, espressiva e risoluta, benché, se posso permettermi un piccolo consiglio, ancora migliorabile abolendo certe piccole inflessioni esplicitamente Vedder-iane, non necessarie viste le grandi potenzialità proprie.
Si parte alla grande con “Master of ceremonies”, energica e trascinante, si replica con “The things that you can’t say”, grintosa e sofferta, si prosegue con la sincopata “I can lose my soul”, con i suoi tracciati funky e un pulsante lavoro di basso (suonato dall’ottimo Fabio Sant), ci si “rilassa” con la splendida ballata incredibilmente sentita denominata “Away” e si finisce con “Back to devil’s land”, ruvida, rovente e polverosa come il sud degli Stati Uniti (ah, quella slide!); questo è per sommi capi, “Truth sin and believe” … Cos’altro aggiungere … We want more!

Contatti: E-mail: info@crowjailalley.it - www.crowjailalley.it - Tel. 346 1330561 - 328 3613548
Recensione a cura di Marco Aimasso

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