Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:53 min.
Etichetta:Sentinel Steel
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WORDS UPON THE STONE
  2. BATTLE CRY
  3. QUEEN OF THE NIGHT
  4. DARKNESS VISIBLE
  5. PROPHECY
  6. CALM BEFORE THE STORM
  7. UNHOLY MAN
  8. DEATH IS INEVITABLE
  9. BEYOND THE EDGE OF THE FLAME
  10. THE GOLDEN DAWN

Line up

  • Rob Thorne: guitars, vocals
  • Kenny Evans: drums
  • Glen Cruciani: guitars
  • Pete Altieri: bass
  • Lou Liotta: bass (tracks 1, 3, 8 e 10)

Voto medio utenti

"Travelling in Time" cantavano i Griffin, ma mentre questa ormai dispersa formazione californiana non sembra intenzionata a ritornare sulle scene (ma non si sa mai...), questa volta a fare il salto nel tempo sono i Sacred Oath, anche loro statunitensi, anche se del Connecticut.
Formatisi a metà degli ani '80 ed autori di un solo album "A Crystal Vision", uscito originariamente nel 1987, un lavoro che i Sacred Oath hanno poi reinciso nel 1998 sotto il titolo "A Crystal Revision", quando si sono rimessi insieme dopo ben dieci anni di inattività. Ed ora, dopo un'altra lungo periodo di silenzio, si ripresentano praticamente con la line-up originale e sempre guidati dal cantante e chitarrista Rob Thorne, per realizzare il loro secondo album. "Darkness Visible" è ad ogni modo ben radicato negli eighties, per approccio stilistico ed anche per resa sonora, solo la copertina ha un'impronta più attuale. Alcuni brani, come "Battle Cry" e "Prophecy", risalgono addirittura ai primi anni di vita della band, eppure tra le varie canzoni non si nota alcun anacronismo: i Sacred Oath suonano ora come suonavano vent'anni fa, puro Heavy Metal con un tocco epico ed ispirati da gruppi come Iron Maiden (sopratutto nel guitarwork, e "Words upon the Stone" non può non farvi venire in mente "Caught Somewhere in Time"), ma anche Fates Warning (direi "The Golden Dawn") e Queensryche (la loro influenza è invece evidente su "Prophecy" e "Beyond the Edge of the Flame"), per i cambi di tempi e la complessità delle composizioni, accompagnate da melodie ariose, assoli a raffica ed un cantato abrasivo ed affilato ma allo stesso tempo in grado di inaspettati spunti melodici. Certo non mancano momenti più serrati come la speedy (al limite del thrash) "Darkness Visible" o la robusta ed articolata "Calm Before the Storm", ma nel suo complesso, nonostante qualche passaggio malsicuro che spunta durante "Unholy Man", questo album resta un ottimo esempio di Classic US Power Metal.

La macchina del tempo ideata da Herbert George Wells ha ripreso a girare. Ed ora, chi sarà il prossimo?
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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