Mithras - Behind The Shadows Lie Madness

Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2007
Durata:44 min.
Etichetta:Candlelight
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE JOURNEY AND THE FORSAKEN
  2. TO FALL FROM HEAVENS
  3. UNDER THE THREE SPHERES
  4. INTO BLACK HOLES OF OBLIVION
  5. WHEN THE LIGHT FADES AWAY
  6. BEHIND THE SHADOWS
  7. AWAKEN MAN AND STONE
  8. THE TWISTED FLOWER
  9. TO WHERE THE SUN NEVER LEAVES
  10. THROWN UPON THE WAVES
  11. INTO THE UNKNOWN

Line up

  • Rayner Coss: bss
  • Leon Macey: guitars, drums

Voto medio utenti

"Experimental Brutal Death Metal" recita il promo, e tutto sommato come definizione ci può anche stare, anche se è piuttosto fumosa. I Mithras, duetto inglese ormai giunto al terzo disco, cercano di plasmare un nuovo modo di suonare death, ma i risultati sono sinceramente discutibili.
Ciò che potrebbe giustificare l'aggettivo "Experimental" sono essenzialmente i suoni di chitarra, molto compressi, talvolta spaziali, altre volte molto vicini ad un suono di tastiera, sicuramente una trovata non comune. Leon Macey (che si occupa di entrambe le chitarre) non ama certo la linearità o le soluzioni scontate, e in "Behind The Shadows Lie Madness" è ben chiara la volontà di ricercare parti molto complesse, continui cambi di riff, parti solistiche intricate e mai stabili, alla ricerca di una varietà e di una eterogeneità che da un punto di vista strettamente concettuale è lodevole, ma che sul piano pratico rende l'ascolto decisamente difficile, anche se dopo qualche listening session si inizia già ad entrare nell'ottica del disco. Insomma, una certa vena "prog" (le virgolette sono d'obbligo) emerge per quel che concerne la struttura dei pezzi, ma va anche detto come i Mithras si prodighino alla ricerca di un suono, inteso proprio come timbrica, originale, facendo larghissimo uso di effetti, riverbero soprattutto, che danno un tocco ed una connotazione quasi spaziale alle chitarre. Sul termine "Brutal" avrei da ridire, visto che la batteria in effetti pesta e pesta forte, ma viene comunque sovrastata dalle chitarre, che di fatto rivelano un gusto melodico che francamente non ho mai riscontrato in un gruppo brutal. I Mithras sono decisamente più vicini al death metal, anche se la voce è troppo poco sporca e gutturale per i miei canoni, ma qui chiaramente si parla di gusti, che in quanto tali sono opinabili e soggettivi. Il disco ha un grosso difetto: la ricerca del virtuosismo a tutti i costi, la volontà di rifarsi a strutture frammentate e in costante cambiamento rendono l'ascolto difficoltoso, l'attenzione rimane alta durante le prime tracce, poi piano piano scema lasciando il posto alla noia, e soprattutto i pezzi non posseggono quella cattiveria, quella brutalità e quell'efficacia che si richiedono ad un album death metal. Forse è meglio ritoccare un pochino la formula, perchè così proprio non va.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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