Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:19 min.
Etichetta:Wuck

Tracklist

  1. LUNAR FLIGHT
  2. WASTED WORDS
  3. KOBAL, THE EGGMAN FROM VENUS
  4. MAGIC DRUG
  5. INSECTO KILL
  6. LA DANSE MACABRE
  7. DUST MITE
  8. PHAT SLUG

Line up

  • Bokal: bass, vocals, synth
  • The Zmudah: guitar, vocals
  • Liz: drums
  • The Duck: vocals
  • Der Sandmann: guitar
  • Fex: guitar
  • Bambino: bass
  • Davide: drums

Voto medio utenti

Graficamente l’Ep dei T.h.u.m.b è identico alle prime storiche pubblicazioni della defunta Man’s Ruin, sigla che più di ogni altra ha contribuito alla nascita di quel magmatico fenomeno musicale definito come stoner-rock. La label Statunitense è purtroppo fallita da tempo, ed in pratica da quel momento i dotti del giornalismo specializzato hanno decretato la fine del genere, indifferenti alla mole di opere che hanno continuato tranquillamente ad uscire. In Italia, dove impera lo snobismo musicale più becero, è calata una cappa di silenzio mediatico sulla scena stoner nazionale, la quale continua invece a lanciare segnali di buona vitalità uniti ad una discreta freschezza. Piccoli richiami emessi sottovoce, che non devono però essere ignorati.
Il lavoro dei T.h.u.m.b rientra perfettamente nella categoria, un disco che possiede molti dei classici e tradizionali connotati del genere, rielaborati però con buona attitudine personale e qualche leggero tocco di originalità.
Il trio trevigiano propone un heavy stoner fortemente acido e votato allo spazio, le energiche trame di base debitrici a Monster Magnet ed ai primi Fu Manchu vengono sovrastate da un’esplosione di echi e riverberi psycho-space, con il suo apice subito nella titanica jam-song “Lunar flight”, nove minuti di allucinato viaggio ai confini della galassia tra micidiali distorsioni fuzz, vocals extraterrestri ed ipnotismo stellare. Qualche sprovveduto dirà senz’altro che in questo tipo di monoliti stoner si gioca troppo sulle ripetizioni e gli stiracchiamenti dei riffs, gli appassionati invece esulteranno nell’abbandonarsi ad un brano che in fatto di stordimento lisergico non ha nulla da invidiare alla concorrenza straniera.
Meno ispirata “Wasted words”, dal tiro ruvido e grintoso ma un po’anonima, se si eccettua l’inserimento di effetti synth peraltro presenti anche nelle altre tracce, il chè fa pensare ad un possibile futuro sviluppo in questo senso, magari sulle orme degli strepitosi Ufomammut.
Dopo un breve intermezzo elettronico-robotico ritorniamo su ottimi livelli con la fragorosa e muscolare “Magic drug” che mi ha ricordato parecchio i Solarized di Jim Hogan, con l’aggiunta dell’immancabile deriva space-rock. Brano pesante e tosto che in sede live farà sfracelli.
La formazione veneta ha consolidato nel tempo una propria linea autonoma e certamente interessante, che ormai sembra funzionare come un motore ben rodato. D’altronde i T.h.u.m.b sono tra i veterani del movimento nazionale, ed alla luce di questo valido Ep e dell’avviata collaborazione con l’etichetta sarda, speriamo nella realizzazione di un full-lenght che dispieghi interamente ed in modo definitivo il notevole potenziale del trio.

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