Copertina 8,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:42 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MIDNIGHT MAN
  2. VOICES
  3. ONE LAST CRIME
  4. DARK FLOWER
  5. INVISIBLE
  6. ANOTHER AGE
  7. BEYOND TIME
  8. MASTER SHADOW
  9. DIAMOND DUST
  10. LOSING MY FAITH

Line up

  • Dan Keying: vocals
  • Pete Daniels: guitars
  • Steve Sguario: guitars
  • Trevor O' Neal: bass
  • Stefan Ray: drums

Voto medio utenti

Attendevo con grande curiosità il ritorno sulla scena dei Cydonia, autori nel 2001 di un debut album che aveva provocato nella critica del settore pareri contrastanti. Alcuni lo accusavano di scarsa originalità, altri vi vedevano una nuova promessa per il Power Metal Made in Italy. "Cydonia" era sicuramente un disco ben suonato e ben scritto, ma troppo aderente ai canoni del genere per potersi distinguere dalla massa delle uscite degli ultimi anni.
Dan Keying, singer e mastermind del gruppo, si è divertito a cambiare completamente le carte in tavola per "The Dark Flower", un interessantissimo concept che, come nel debut album, è a tema futuristico - fantascientifico.
Evoluzione. E' questa la parola chiave per analizzare le song di questo disco.
L'essersi liberato della "ingombrante" presenza dei Labyrinthiani Olaf Thorsen e Mat Stancioiu (che avevano influenzato pesantemente il sound del primo disco) ha permesso a Dan di dare libero sfogo alla propria vena creativa, e il risultato è semplicemente fantastico. I Cydonia ci dimostrano come sia possibile suonare nel 2003 un Power Metal intelligente, per nulla banale, ricco di contaminazioni e caratterizzato dalle più svariate influenze.
Rispetto a "Cydonia", la prima cosa che salta alle orecchie è un deciso indurimento del sound: distorsioni pesanti, ritmiche serrate e aggressive in pieno stile Thrash Bay Area, che sfociano in chorus iper-melodici ed estremamente catchy di chiara derivazione Power. Gli eccessi di doppia cassa sono solo un ricordo, gli inserti di elettronica, sempre azzeccati, danno al lavoro quel tocco "futuristico" giustificato dalla storia narrata dal concept. Da sottolineare l'incredibile e versatile prestazione vocale di Dan: il singer passa con disinvoltura da linee vocali tiratissime (è il caso di One Last Crime) a parti melodiche e intriganti (come nella riuscitissima cover di Voices di Russ Ballard o in Beyond Time), arrivando in alcuni punti a sfiorare il crossover (la spettacolare finale di Master Shadow). La produzione è molto buona, così come il lavoro della sezione ritmica O' Neal – Ray; efficacissime le ritmiche di Pete Daniels e i funambolici assoli di Steve Sguario, che in più di un occasione mi ha ricordato quanto fatto da Smolski negli ultimi dischi dei Rage.
La qualità delle canzoni è estremamente alta, non c'è nessun "filler" e sarebbe difficile scegliere la canzone più rappresentativa del disco, proprio perchè tutte presentano aspetti interessanti e idee originali. In sede di intervista Dan si è soffermato su "Another Age", lodevole per il tentativo di coniugare influenze thrash e sonorità a tratti pinkfloydiane.
"The Dark Flower" è un ottimo album, e non è possibile inserirlo in un unico genere per la quantità di influenze che riesce a coniugare in maniera così efficace. Se l'Italia sarà in grado di offrire negli anni a seguire dischi di questa qualità (e di questo coraggio), non ci sarà davvero alcuna ragione per ritenere la scena nostrana inferiore a quella degli altri paesi.
Buona fortuna Cydonia, questo "The Dark Flower" è un importante passo nella direzione giusta per la notorietà... speriamo di potervi vedere presto dal vivo!
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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