Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:49 min.
Etichetta:Surfodog
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. COLDER WORLD
  2. THE FEELING IS OVER
  3. SPOONFED
  4. ADRIFT
  5. KEEP ME ALIVE
  6. WE ARE GHOSTS
  7. SUCKERPUNCH
  8. HIGHWAY 44
  9. I DRANK YOU
  10. CRYIN' SHAME

Line up

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Questo disco sconfessa un pregiudizio che da sempre mi accompagna sui Metallica e cioè che dei quattro Jason Newsted fosse l’unico ad avere un animo di metallaro irriducibile e che ‘solo’ il nome, la storia e il denaro lo spingessero a rimanere ‘fourth horseman’ a tempo pieno.

Sceso dal suo cavallo, invece di imbracciare il mitra ha preferito andare per prati con una rete da farfalle, se mi passate la metafora, con cui accalappiare ispirazioni e stimoli nuovi.

In realtà Dylan Donkin e Brian Sagrafena, ossia i restanti Echobrain da molto tempo giravano nella sala prove di casa Newsted, ma solo negli ultimi e tempi e pare grazie ad un ispirato viaggio spiritual.-musicale dei due, più giovani del loro bassista di almeno due lustri, che le idee e le lunghe jam session tenute nel ricco sobborgo di Frisco in cui Sagrafena e Newsted si sono conosciuti da vicini di casa (perché io abito vicino ad una architetta e a una famiglia pakistana?!?!?!), hanno preso la forma di canzoni.
Dicevamo del pregiudizio, smentito dalle dieci tracce registrate con Jospeh Dodds e con ‘guest’ del calibro di Kirk Hammet e Jim Martin (mitico panciuto chitarrista dei primi Faith No More) che raccontano di un disco dai toni rock. Che musica piace suonare a Newsted ed i suoi amici?
Se “Colder world” rilegge i canoni della perfetta canzone ‘college radio’ con un boogie degno dei Foo Fighters, “The Feeling is over” , “Spoonted” e “Sucker punch”, nella prima siamo al limite del plagio, fanno affiorare il rock agrodolce degli Stone temple pilots grazie a riffs dilatati e grassi adagiati su costruzioni semplici ed efficaci; a questi momenti più rock, in cui gli Echobrain sfoderano un gusto ‘vintage’ non indifferente, e forse in questo gioca la formazione di Sagrafena fatta di Led Zeppelin e soul funk, la band affianca malinconie cantautoriali che vorrebbero evocare l’angelo Jeff Buckley nei violini di “Adrift”, ma che per la voce più ordinaria di Donkin richiamano dei Coldplay in salsa rock, come in “Keep me alive”, comunque un pezzo interessante, acustico ed allo stesso tempo molto ritmato. Di questa veste intimista “We are ghost” segna il momento più alto con un indovinato arrangiamento di archi un cantato assai malinconico ed ispirato allo stile di Tom Yorke. Dopo due brani di sostenuto hard rock godibile ma incolore come “Higway 44” e “I drink You,”, finalmente Newsted mette in scena il suo strumento in “Cryin’ shame”, insolitamente ipnotico che in qualcosa evoca lo stile dei Soundgarden.

Dubito che Newsted abbia abbandonato I Metallica per dedicarsi completamente agli Echobrain, stento a credere che questo disco sarebbe nato se lui non lo avesse voluto, ma non c’è dubbio che come ‘divertimento’ funzioni grazie a due giovani musicisti in cui rispecchiare il suo mai sopito entusiasmo per la musica. Sarebbe divertente vederli suonare, che so, alle feste liceali...
Recensione a cura di Emanuele Rossi

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