Breed 77 - In My Blood (En Mi Sangre)

Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:46 min.
Etichetta:Albert
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. PETROLEO (YOU WILL BE KING)
  2. EMPTY WORDS
  3. VIENTO DE LEVANTE
  4. BLIND
  5. REMEMBER THAT DAY
  6. LOOK AT ME NOW
  7. SO YOU KNOW
  8. THE GAME
  9. ALIVE
  10. LIBERTAD
  11. TEARS

Line up

  • Paul Isola: vocals, percussion
  • Danny Felice: guitars
  • Stuart Cavilla: bass
  • Pedro Caparros: guitars
  • Adam Lewis: drums

Voto medio utenti

Breed77, il nome non dovrebbe lasciare del tutto perplessi in quanto la band anglo spagnola è riuscita, seppur parzialmente, a scalfire le classifiche britanniche con il precedente album ‘Cultura’ entrando, di conseguenza, a far parte della schiera di giovani e impenitenti gruppetti dediti ad un rock tutto riff e anthem da canticchiare sotto la doccia.
Rispetto a Lost Prophets, Bullet For My Valentine, Papa Roach e proseliti vari affiora in ‘In My Blood’ una accentuata componente etnica percussiva che si amalgama perfettamente alla struttura basicamente minimale/ritmica composta da schitarrate decise ed incessanti.
Il terzo capitolo gode di una eccellente produzione e di una smaccata strategia compositiva che tende a richiamare palesemente alcune caratteristiche degli immancabili System Of A Down (cambi di ritmo, link arabeggianti, accellerazioni repentine, suono pieno e corposo), andando a sposare il versante crossover aperto oltre un decennio orsono da 24-7 Spyz, Faith No More e Urban Dance Squad.
Immaginate tutta questa sopracitata mistura diluita in un magma di cori e coretti (formalmente) ineccepibili, in grado di smuovere orde di famelici adolescenti in cerca di nuovi tensioni sonore e addizionate il composto con pennellate di flamengo, thrash (modello Bay-Area) e la ruffianissima riproposizione di formazioni a dire il vero discutibili (Nickelback, Staind) in quanto a staticità compositiva ed eccoci alle prese con il giudizio finale di ‘In My Blood’.
‘Empty Words’, ‘Look At Me Now’ e la spagnoleggiante ‘The Game’ le perle di un dischetto buono quale sottofondo di giornate lavorative noiose e null’altro.
Recensione a cura di Alessio Minoia

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