Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:non disponibile
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. RATIONAL EYES
  2. AI I DESTRUCT
  3. ONE LAST BREATH
  4. SEEING RED
  5. A NEW BEGINNING
  6. COUNTER BALANCE
  7. INANE
  8. NOW
  9. FACELESS
  10. HAUNTING
  11. WHEN ALL IS SAID AND DONE

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Classico disco che, a seconda dei gusti personali del recensore di turno, è passibile di una valutazione oscillante tra una lieve insufficienza ed una promozione con lode. E’ il turno dei canadesi Threat Signal che debuttano sul mercato tramite la potente ex indie Nuclear Blast con il loro “Under Reprisal”, bel disco che come peculiarità offre 47 minuti di originalità zero, sotto i piedi proprio.
A questo punto, l’eterno dilemma: punirli in quanto incapaci di presentarsi con una singola idea che provenga dalle loro menti o premiarli perché sono stati abili a far loro quanto proposto da altri gruppi, riproponendolo nei loro apprezzabili brani?
Il sottoscritto appartiene decisamente alla seconda fascia e quindi non può che lodare, ma con qualche riserva (ma non a causa della scarsa personalità), il quintetto d’oltreoceano che, manco a dirlo, si tuffa senza riserve nel mare dei cloni di Fear Factory e Soilwork: la parola d’ordine è quella di costruire delle strofe pesantissime e veloci, quasi rappate anziché cantate (anzi urlate, dati gli screams del cantante), melodia zero, prima di esplodere in un ritornello, il 90% delle volte in mid-tempos, che invece è l’apice della melodia, esaltata da clean vocals, tastere e synths a tutto spiano, assoli catchy e quanto altro serva secondo il manuale del perfetto “falso death/thrash metaller”.
Visto il grande successo, soprattutto a livello commerciale, che questo genere sta riscontrando, specialmente da due anni a questa parte, difficile condannare la scelta di questi giovani ragazzi, nonché quella della label tedesca che, ovviamente, punta ad accumulare quanti più soldi possibile.
A parte un songwriting ancora non eccelso (insomma, Soilwork e Fear Factory sono capaci di ritornelli decisamente più melodici e entusiasmanti), l’unica cosa che non va è che così facendo si arriverà ad una saturazione e successivamente ad una morte del genere, come accaduto qualche anno fa per il power metal.
Ottima la produzione ad opera di Christian Olde Wolbers mentre abbassiamo il voto di mezzo punto perché, lasciatemelo dire, la Nuclear Blast così come tutte le altre etichette c’ha un po’ rotto i coglioni a fornire promo incompleti, tagliati, sfumati, parlati sopra, con le tracce divise in 99 pezzi e quanto altro.
Speriamo vi si brucino tutti i sistemi anticopia del mondo. Dategli un ascolto.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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