Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:39 min.
Etichetta:Karmageddon
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WHERE IRONCROSSES GROW
  2. FORGED WITH HATE
  3. ME-GOD
  4. TRADEGY OF THE FAITHFUL
  5. CHASING THE SERPENT
  6. WHERE ANGELS FEAR TO TREAD
  7. SWORD OF LIGHT
  8. AS THE COINS UPON YOUR EYES
  9. CHILDREN OF THE CROSS
  10. AS I PULL THE TRIGGER

Line up

  • Matti Karki: vocals
  • David Blomqvist: guitars
  • Martin Persson: guitars
  • Richard Cabeza: bass
  • Fred Estby: drums

Voto medio utenti

“As Dismember will live, Death Metal will reign”. Ogni ulteriore commento a questa statuaria sentenza potrebbe divenire superfluo, di fronte alla coerenza ed alla qualità sempre proposta dai Dismember, alfieri e portabandiera da sempre del movimento death metal scandinavo prima, mondiale poi, lontani dalle mode del momento e fieri delle loro estremità che li hanno condannati alla separazione dalla label che li ha lanciati nel lontano 1991 ma anche per questo acclamati e riconosciuti come rappresentanti perlopiù unici di un movimento sonoro che per molti è qualcosa di più che semplice musica. Accasatisi con la Karmageddon, ex Hammerheart, e riformatisi col ritorno del diabolico Richard Cabeza quasi in line-up originale (manca solo il desaparecido Robert Senneback) a distanza di diversi anni da quel “Hate Campaign” che divise un po’ i fans del combo svedese, questo “Where Ironcrosses Grow” riunirà le schiere degli aficionados dei Dismember sotto un’unica bandiera. Quella dell’oltranzismo sonoro senza compromessi. I dubbi e le incertezze palesati negli ultimi due album, in particolar modo da un “Death Metal” fin troppo lineare e privo di spunti, vengono cancellati con un solo colpo di spugna ed è così che prendono forma autentiche rasoiate come la possente title-track, posta ad inizio lavoro come una sorta di monito agli ascoltatori, la rude “Me-God” e la travolgente “As the Coins Upon Your Eyes”, affiancate ai sempiterni mid-tempos mostrati da “Where Angels Fear to Tread”, letali e velenosi come spesso accadeva nel precedente mastodontico “Hate Campaign”. Ad un Matti Karki come sempre sugli scudi si affianca l’estro di un non virtuoso della sei corde ma di un songwriter che ha sempre saputo accomunare la musica estrema con gli elementi classici cari ai Maiden dei tempi d’oro; il risultato ottenuto dai sapienti stacchi melodici di David Blomqvist è un qualcosa che si concretizza nelle straordinarie “Chasing the Serpent” ma soprattutto in “Forged with Hate” e la clamorosa “Tragedy of the Faithful”, il cui finale emozionante ed epico ci rasserena definitivamente sulla salute del combo oggi sicuramente più rappresentativo dell’intero movimento death metal europeo. Unica (ennesima) pecca è la produzione, sempre ottimamente basata sulla saturazione dei toni medi con quel sound a sega elettrica delle chitarre che ha fatto la fortuna dell’intero movimento svedese, ma che impallidisce di fronte al risultato ottenuto ben TREDICI aani fa agli ormai obsoleti Sunlight Studios di Tomas Skogsberg. Insomma, il fatto che nel 2004 i Dismember non riescano ad ottenere un risultato eccezionale come quello lascia davvero basiti o sull’incompetenza di Fred Estby come produttore, o sulla pochezza tecnica dei Sami Studios oppure sull’infelice scelta dei Dismember di preferire una produzione così chiusa ed ovattata che sicuramente non rende pieno merito ai brani presentati su “Where Ironcrosses Grow”. Sognando prima o poi un ritorno alla produzione ascoltabile sul loro immane debutto, innalziamo sempre più in alto il vessillo del death metal verso i nostri condottieri. From dream to dream, we have always been like an ever flowing stream.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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