Copertina 5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:63 min.
Etichetta:Black Mark
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FANFARE
  2. BLOODED SHORE
  3. SEA WOLF
  4. VINLAND
  5. THE LAND
  6. DEATH AND RESURRECTION OF A NORTHERN SON
  7. THE MESSENGER
  8. FLASH OF THE SILVERHAMMER
  9. THE WHEEL OF SUN
  10. NO TITLE

Line up

  • Quorthon: all instruments

Voto medio utenti

Finalmente eccoci a parlare del secondo capitolo intitolato Nordland ad opera di Quorthon in occasione del ventennale dei Bathory festeggiato proprio il mese scorso. Dopo la convincente prestazione della prima parte dell'album era lecito aspettarsi un lavoro all'altezza del suo predecessore, che continuasse sulla stessa scia tracciata da una "Nordland" o una "Ring Of Gold", per intenderci. Invece le prime differenze emergono fin da subito a livello qualitativo, non solo per la registrazione ancora più deludente di quella di Nordland I, ma anche per i brani stessi che solo in alcuni episodi si avvicinano agli standard precedenti. Senza voler fare una recensione comparativa con quanto è stato l'album precedente, è evidente che le 8 tracce (2 delle 10 sono intro e outro, del tutto evitabili) mancano di una forte ispirazione che ne faccia innalzare il livello solo in alcuni tratti vicino alla sufficienza. Già il fatto che la voce sia appena percettibile (e in episodi quali "Death And Resurrection Of A Northern Son" era meglio non sentirla del tutto) non facilita la resa definitiva che, seppur conservando un certo fascino underground, risulta poco omogenea e convincente.
La prima parte del lavoro appare abbastanza convincente, come dimostrano le ben riuscite "Sea Wolf" e "Vinland", dai tratti epici e vichinghi come era lecito aspettarsi, ma pare proprio che da lì in poi Quorthon abbia in parte perso ispirazione (nonché voce) per portare a termine questo Nordland II. I restanti brani infatti, a parte pochi spunti, non convincono affatto e lasciano spaesati chi si aspettava con questo disco di incorniciare un pezzo di epic viking metal nella propria discografia personale. Ammetto che per primo mi sarei aspettato molto di più da questo album e secondo una politica utilitarista (basata quindi più sulla quantità che sulla qualità), sommando i due lavori, si può anche chiudere un occhio di fronte a un album che, considerato singolarmente, lascia aperti non pochi dubbi e perplessità. Appare dunque evidente che il più che positivo giudizio che aveva accompagnato l'uscita di Nordland I non può proprio essere replicato in questa circostanza, non senza rammarico e un pizzico di delusione di fronte ad un obiettivo del tutto mancato.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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