Copertina 5

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2003
Durata:55 min.
Etichetta:Heavencross
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. PARADISE LOST
  2. LEGEND
  3. AN OLD HISTORY
  4. TIME UP!
  5. FALL ANGEL
  6. MY ENCHANTED FOREST
  7. THE LORD OF FIRE
  8. BWV 1046 ADAGIO
  9. HIDDEN MINDS
  10. ETERNAL DREAM
  11. CACOPHONY

Line up

  • David Valdés: all instruments

Voto medio utenti

Prima realizzazione per il polistrumentista e in particolare chitarrista David Valdés, alle prese in Paradise Lost con un album interamente strumentale votato al verbo del tecnicismo più sfrenato di forte impostazione neoclassica. E, come sempre ci si ritrova a dire di fronte a dischi come il presente, non è certo la tecnica che manca al chitarrista di turno (della quale qui se ne fa un uso davvero esagerato), ma più che altro quell'ispirazione che sempre più sembra mancare ai chitarristi dei nostri tempi. Pur avendo assimilato alla perfezione la lezione di maestri quali Vinnie Moore, la coppia Friedman/Becker e ovviamente Malmsteen, Valdés riesce solo in alcuni episodi ad attirare l'attenzione("Fall Angel" e la successiva "My Enchanted Forest", ad esempio) mentre il più delle volte sembra di ascoltare gli assoli di fine corso di un qualsiasi metodo per chitarra heavy metal. Le parti più insopportabili sono quelle di più chiaro stampo neoclassico, assolutamente prive di originalità e ispirazione, mentre la media si risolleva leggermente nelle parti più heavy e meno barocche, con qualche riferimento ai Cacophony (i quali danno addirittura il nome all'ultima traccia), senza comunque avvicinarsi minimamente agli standard dei nomi prima citati. Impresa davvero ardua quella di giungere al termine delle 11 tracce in questioni, per le quali nel booklet viene offerta una descrizione (questa è la parte più ridicola) dell'autore stesso, sulle quali per buon senso è meglio mettere una bella pietra e passare oltre (basta dare un'occhiata alla tracklist per farsi un'idea). Senza andare troppo lontano, alla stessa Heavencross ci sono nomi, su tutti quello di Rob Johnson, che meritano di gran lunga molto di più di questo Paradise Lost e di David Valdés. Ultima curiosità, del mastering del disco se ne è occupato David T. Chastain, ma in questo caso non si può proprio dire che si tratti di una garanzia di qualità.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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