Dkay.com - Deeper In The Heart Of Dysfunction

Copertina 5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:77 min.
Etichetta:Dream Catcher
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE BEAUTY’S IN THE BEAST
  2. YOUR OWN PRISON
  3. 2 B.F.
  4. FRIENDLY FIRE
  5. ALL-TIME LOW
  6. FILM NOIR
  7. BORN EXPOSED
  8. THE OLD PRIMAL FORCE
  9. DEEPER INTO THE HEART OF DYSFUNCTION
  10. MINDFIELD OF EMOTIONS
  11. SANCTUARY
  12. CARCRASH MUSIC FOR NOW PEOPLE
  13. GHOSTRIDER
  14. B.C. 2002
  15. UEBERMENSCH
  16. WHAT’S NEXT
  17. FILM NOIR (EXTRA TRACK, IN STRICT CONFIDENCE REMIX)
  18. YOUR OWN PRISON (EXTRA TRACK, UNDER HEAVY PRESSURE REMIX)

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Il progetto solista di Jurgen Engler (matermind e former dei grandiosi Industrial Gods Die Krupps), ovvero Dkay.com, giunge al suo secondo capitolo dal titolo emblematico di ‘Deeper Into The Heart Of Dysfunction’. Purtroppo devo dire che l’intento base del musicista tedesco, ora migrato ad Austin (Texas), di miscelare alcune caratteristiche peculiari del suono tanto caro ai Die Krupps ed alcune caratteristiche del suono del primo album della sua carriera solista, ovvero ‘Decaydenz’, non porta con sé risultati apprezzabili, mancando completamente l’obiettivo prefissato…certo la produzione risulta buona, ma le songs non brillano e non graffiano, anzi rimangono opache, senza spinta e decisamente piatte...in un paio di parole, il songwriting è latitante. Le chitarre, notevolmente filtrate, propongono più o meno lo stesso riff per tutto l’album, la drum machine non pompa, l’elettronica non dipinge sulla tela colori brillanti e la voce non ferisce…la cosa mi fa pensare che forse il progetto Dkay.com è ancora un pochino acerbo e dai connotati non ben definiti. Di tutto l’album, solo ‘All-Time Low’, ‘Carcrash Music For Now People’, ‘Ubermensch’ (il classico jolly…questa è una grande song) e ‘What’s Next’ spiccano sulle altre e si innalzano al di sopra la staticità che governa l’album...certo avete ragione sono ben quattro songs, ma sull’album ne sono presenti 18…vuol dire una media di 2 su 9…veramente poco…in attesa del prossimo lavoro di Engler, potete passare ad altro.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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