Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2001
Durata:41 min.
Etichetta:Listenable
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SHELL OF PAIN
  2. IMPULSIVE
  3. PRESSURE
  4. RECLUSION
  5. THE QUEST
  6. SACRED GROUND
  7. UNSPOKEN FEAR
  8. A FORCE OF ONE
  9. SPEAK THE TRUTH

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Un'altra band dalla Svezia dedita a sonorità thrash...che palle, direte voi!! Beh a primo impatto anch'io l'ho pensato; insomma sono bastati il successo di Soilwork e Darkane per far scatenare un'ordata di nuove band tutte rigorosamente dalla Svezia, tutte rigorosamente thrash...insomma come al solito questo tipo di fenomeno ha il "pro" di rendere un genere come il thrash di nuovo vivo e vegeto ma ha il classico "contro" di far apparire sulla scena troppi gruppi clone alle prese con un genere che non riescono affatto a gestire, con il risultato di spegnere in breve tempo la rinata fiamma!
Comunque questi Reclusion non sono niente male! Non suonano il solito swedish thrash iper veloce, ma sono molto ispirati dal thrash di stampo americano e dalle bands della Bay Area come Slayer, Testament, ecc.
Naturalmente l'influenza "nordica" si sente ed è facile accostare alcuni brani e passaggi particolari a Messhuggah e Darkane (soprattutto per l'uso della voce). I ragazzi poi, bisogna dire che suonano davvero bene e la registrazione avvenuta ai Los Angered Studios, supervisionata dal mitico Andy LaRocque, non fa altro che sottolineare un'ottima prestazione e un'ottima cura nell'esecuzione dei singoli strumenti.
I pezzi sono molto interessanti e per niente banali, basti sentire la simpatica "Reclusion" con dei cori davvero divertenti, oppure le più complicate "The Quest" o "Sacred Ground". Insomma, un disco abbastanza originale con degli ottimi spunti e idee. Le uniche pecche che ho trovato sono la voce, assolutamente troppo monocorde e sempre uguale a se stessa (risulta spesso addirittura fastidiosa) e forse l'assenza nelle singole canzoni di quell'incisività che fa di un disco un qualcosa di più: ovvero il disco piace, ma manca di quella scintilla che te lo fa ascoltare e riascoltare decine e decine di volte.
Per il momento promossi, ma ci aspettiamo qualcosa di più per il futuro.
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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