Mamma mia…che TRANVATA ragazzi!!!
I thrashers brasiliani
Violator tornano, a ben 12 anni di distanza dal già buono
Scenarios Of Brutality, con il loro terzo full-length, intitolato
Unholy Retribution uscito, come sempre, per
Kill Again Records e scatenano un autentico putiferio musicale!
La line-up della band è rimasta sostanzialmente invariata dall’esordio, avvenuto nell’ormai lontano 2006, comprendendo dunque la presenza di
Pedro “Pony Ret” Arcanjo che si occupa di voce e basso,
Pedro Augusto Diaz “Capaça” e
Marcio Cambito alle chitarre e infine,
David “Batera” Araya (un nome, una garanzia nel thrash!) dietro le pelli.
Come si diceva,
Unholy Retribution è un vero e proprio rullo compressore, dall’inizio alla fine!
Questo disco possiede una forza distruttiva intrinseca, non premeditata a tavolino, come fanno oggi numerose bands molto più blasonate dei brasiliani, che hanno contribuito a creare il genere ma che, ai giorni nostri, obiettivamente, non ne hanno più; qui, l’aggressività e la rabbia sono genuine, provengono direttamente dal profondo delle viscere, per poi deflagrare, attraverso composizioni violente, ma anche assai variegate, la cui ferocia, non si rivela mai fine a se stessa.
Preparatevi quindi, ad essere completamente sconquassati da un brutale assalto sonoro che, pur non scendendo mai a compromessi, riesce in ogni momento a conservare sorprendentemente il suo affascinante lato melodico, naturalmente sempre di stampo maligno.
Capita infatti che, in quelle rare circostanze in cui, nel bel mezzo di una traccia (come avviene ad esempio nella inquietante
Cult Of Death, in
Persecution Personality, o anche in
The Evil Order, caratterizzata da un intro molto sabbathiano), la sezione ritmica allenta leggermente la morsa, concedendo un attimo di respiro alla musicalità, le chitarre dipingono dei paesaggi doommosamente maligni, generando atmosfere angoscianti che si sposano alla perfezione con l’impatto musicale, lasciando un segno indelebile anche a livello emotivo.
Unholy Retribution è in realtà pieno zeppo, anche nei momenti più tirati (cioè, quasi sempre), di stilettate chitarristiche che mantengono inalterata la loro perfida musicalità e di continui cambi di registro, non tanto a livello di sezione ritmica (che rimane pressoché costantemente martellante), ma sotto il profilo strutturale e dei riffs portanti (vedasi l’articolata
Chapel Of The Sick, l’esplosiva
Rot In Hell o, ancora, la conclusiva
Vengeance Storm).
Inutile soffermarsi più di tanto sulle inevitabili influenze, riconducibili al sano thrash degli 80’s, quindi
Metallica (soprattutto quelli di
Kill'em All),
Slayer,
Testament,
Kreator,
Sodom e, ovviamente, considerando la loro provenienza,
Sepultura (ante-"Chaos A.D"., sia chiaro!).
L'unico difetto di questo album? Quello di essere stato realizzato in un anno già ricco di uscite discografiche di livello!
Insomma, i
Violator sono il manifesto di come
DEVE essere suonato ancora oggi il thrash metal: sporco, feroce, fomentante, liberatorio, distruttivo, ma soprattutto istintivo e conservando sempre quella sua vena di melodica malvagità, senza la quale obiettivamente, dopo l’entusiasmo iniziale, dovuto principalmente alla sua forza impattante, il sound non lascerebbe il suo marchio indelebile nell’ascoltatore.
In
Unholy Retribution, troverete tutto quanto sopra …e anche di più!
Per cui, dateci dentro, sguinzagliate la vostra rabbia, liberatevi delle frustrazioni interiori e iniziate a scapocciare come dei dannati!!!