"
Siamo qui per onorare il suono di Goteborg" altrimenti detto: il portale della Gloria vi parla di "
Ascension", il nuovo disco dei francesi
Destinity.
Sigla:
Le ultime tracce su queste pagine del combo di Lione recavano le firme prestigiose di
Graz e di
Dopecity: da quel 2012, da dopo "
Resolve in Crimson" la band ha sospeso le proprie attività (quelli bravi parlano di "hiatus") fino al 2018 quando, grazie ad una serie di eventi live
Michaël Rignanese e soci hanno ritrovato il fuoco dentro di sè e dato alle stampe "
In Continuum" (2021).
A quel punto, dopo un lungo tour europeo ed un grande successo nei servizi di streaming, i
Destinity hanno fatto quello che reputo il passo vincente per realizzare il disco migliore della loro carriera (e sono in giro dal 1996 eh, non da ieri): hanno ingaggiato un drummer con le palle fumanti come
Florent Marzais (alias
Zaimar), incanalato l'estro di
Florent Barboni alle tastiere ed ai synth, presa una direzione sonora ben precisa ed ecco "
Ascension".
Il sestetto d'oltralpe ha ripulito il proprio suono delle divagazioni 'core, dalle alternanze clean/harsh vocal, dall'hardcore dei primi album ed ha puntato decisamente verso un lotto di canzoni nei quali l'influenza dei
Dark Tranquillity di "
Damage Done" e "
Character" emerge potentissima.
Le tastiere - molto meno ingombranti di quelle di
Martin Brändström - esaltano il suono compatto e aggressivo della band, le vocals di
Mick (finalmente solo in growl) attaccano senza cedimenti, le due chitarre di
Stephan Barboni e
Sébastien Vom Scheidt concentrano ritmi frenetici e melodie ben bilanciate ed infine
Zaimar dietro le pelli è un uragano di potenza e precisione.
I brani scorrono che è un piacere, derivativi finchè si vuole ma magnetici, ed invogliano ad ascoltare "
Ascension" più e più volte anche grazie ad una durata contenuta che tiene sempre vivo l'interesse.
Ciò che mi ha lasciato perplesso, probabilmente il neo di tutto il disco, è il brano "
Chidren of the Sun" che vede
Steva dei
Deathless Legacy dietro il microfono; e non lo dico certo per misoginia quanto proprio perchè le sonorità della canzone sono completamente avulse dal contesto.
Immaginate di trovare "
I am the black wizard" in "
Slippery when wet" ed avrete idea dell'effetto che il pezzo ha suscitato in me....
Al netto di questo dettaglio consiglio a tutti gli amanti del death melodico - passato e presente - di non perdersi questo piccolo gioiellino a nome
Destinity.
Destinity - "
Dying Light"
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