Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:41 min.
Etichetta:Purity Through Fire
Distribuzione:Purity Through Fire

Tracklist

  1. TO BECOME GOD
  2. FERAL DOMINION
  3. THRONE OF HOWLING RUINFALL
  4. ASCEND IN CHAOS FURY
  5. HAIL ETERNAL WARSPIRIT
  6. IMPERIAL WRAITHWOODS
  7. SAVAGE FIRE ASCENSION
  8. APPROACHING WRATHSTORM

Line up

  • Revenant: everything

Voto medio utenti

Il Black metal si scrive con i fremiti del cuore nel suo rivolgersi all'occulto; con la nostalgia per il passato, i miti e le leggende; con il senso di appartenenza a qualcosa che trascende l'individuo, spinti dalla sete di sangue dei vampiri che, ancora oggi, si aggirano sotto forma di spettro per i castelli desolati del Grande Nord… Un luogo non per forza di cose geografico, da cui l'arte oscura debba necessariamente fluire, bensì una sorta di vicinanza – passatemi la forzatura retorica – all'Agartha (centro spirituale primordiale secondo il Guénon) della Nera fiamma, la cui luce per emanazione investe oggetti ed esseri del mondo fenomenico in misura differente, secondo il grado di prossimità spirituale al Centro, da cui l’influenza discende. E nel caso del nuovo progetto solista di Revenant (Order of Nosferat, Sakrista, ex-Sarastus, ecc.ecc.), Velmorth, il quale debutta in questi giorni di inizio Dicembre 2025 tramite la Purity Through Fire, con il full-length "Feral Dominion", la prossimità alla Luce del Grande Nord si fa particolarmente intensa.

Otto tracce che parlano l'idioma della prima generazione (inerente alla seconda ondata) della Sacra Fiamma scandinava anni '90 (tra cui Gehenna e Ragnarok) – com'è ormai consueto per tutti i complessi di questo artista – declinate, per essere precisi, perlopiù in chiave finlandese secondo i criteri della seconda stirpe – Satanic Warmaster, Horna, Sargeist – e rivisitate in salsa tedesca: lo stesso Sakrista probabilmente è il nome più vicino a quanto contenuto in "Feral Dominion" – benché qui la qualità sia ben più elevata del suo ultimo LP – altresì, anche i riadattamenti "Epic" fatti da Odal e Negator negli anni 2000, possono rappresentare riferimenti a cui guardare.

È bello vedere come il vecchio canovaccio nero possa risultare ancora oggi convincente. Strutture rarefatte,
zanzarose al punto giusto, tremolo a lama di rasoio, hooks melodici in stile Satyricon; synth di sottofondo che donano un tocco di mistero contribuendo alla tessitura di quel manto gelido tanto caro al Black, fino a sfociare in partiture Dungeon-synth sulla scia del Conte, di Mortiis ma anche del minimalismo spettrale del Satyr di "Fjelltronen" (1995).
Un bilanciamento continuo tra fasi d'atmosfera e assalti frontali, contraddistinto da un gusto armonico che rende affascinante e orecchiabile il disco in tutti i suoi 41 minuti.

Finalmente Revenant, pur non proponendo niente di nuovo, riesce, dopo un po' di anni di adagiamento sugli allori, a dar vita a un'opera in grado di esprimere, nella maniera più spontanea e ispirata, la malia del Black metal in tutta la sua letalità.

Recensione a cura di James Curzi

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.