Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:40 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. THE DARK HEREAFTER
  2. PARIAH'S PATH
  3. ENSIGNS OF VICTORY
  4. GREEN CATHEDRAL
  5. LED ASTRAY IN THE FOREST DARK

Line up

  • C. Naughton: guitar, vocals
  • Dan Capp: guitar
  • N. Wallwork: bass
  • S. Lucas: drums

Voto medio utenti

L'album si apre con una tempesta: la title track è il soffio gelido del vento che squarcia il paesaggio e ferisce le carni. Chris Naughton urla tutta la sua rabbia, il blast beat non concede tregua, le due chitarre, in costante tremolo picking, spazzano via tutto, senza tregua.

Questo per quasi quattro minuti.

Poi i Winterfylleth diventano più evocativi, il loro black metal svela la sua anima profondamente pagana e verso la fine del secondo brano, "Pariah's Path" (qui in una nuova veste rispetto alla bonus track dell'album precedente), il primo arpeggio ed il coro epico ci danno, finalmente, una tregua facendo scorrere brividi lungo la schiena.
Ma è solo un attimo.
La brutalità torna regina, le chitarre riprendono il loro sibilo, l'ipnosi del black metal del gruppo inglese si concretizza in "Ensigns of Victory" e nei suoi sette minuti di nebbia e ghiaccio.
L'ascoltatore, a questo punto, è stato risucchiato nel vortice di questa musica incredibile e dalle emozioni ad essa avvinghiate, ma "Green Cathedral" deve ancora iniziare: tredici minuti di pura poesia, di melodie legate a doppio filo con la natura. Tredici minuti in cui il black metal si fa ancora più epico e romantico permettendo al quartetto di Manchester di incidere un brano meraviglioso che da solo vale una intera carriera.
Il paganesimo e l'ambient di burzumiana memoria si intrecciano in una danza in onore della madre Terra.
Solo ed esclusivamente brividi lungo la schiena (di nuovo!).

Sembra che tutto sia finito, ma non è così.

"Led Astray in the Forest Dark" ci ricorda qualcosa.
A sorpresa i Winterfylleth piazzano una sublime cover di "I Troldskog Faren Vild" dal primo immortale capolavoro degli Ulver e, a questo punto, il cerchio si chiude.
“Bergtatt - Et Eeventyr i 5 Capitler” e "The Dark Hereafter" hanno un artwork simile. La forza emozionale è la stessa. Le lacrime sembrano scorrere nello stesso verso.
L'eredità dei Maestri si è sciolta e diluita nella musica degli Inglesi, oggi, come ieri, sul trono della musica estrema.

Album (EP se preferite) semplicemente straordinario.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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