Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. DANCING WITH THE DEVIL
  2. PICTURES OF THE DEAD
  3. SAINTS AND SINNERS
  4. LIFT UP YOUR SOUL
  5. LOVE IN DENIAL
  6. MACHINE BONE
  7. FOLLOW ME DOWN
  8. GOLDEN MIRROR
  9. SEA OF STONES
  10. THE STRANGER
  11. SOMEWHERE (BONUS TRACK)

Line up

  • George Lynch: guitars
  • Gabriel Colon: vocals
  • Jaron Gulino: bass
  • Jimmy D’Anda: drums

Voto medio utenti

Tra scioglimenti, tour d’addio, pensionamenti e rimaneggiamenti vari (per non parlare di dipartite, ahinoi, “definitive”), il 2025 non è stato particolarmente “rilassante” per la platea rockofila.
In dirittura d’arrivo dell’anno, ad aggiungersi al cospicuo elenco, arriva la notizia che questo “Dancing with the devil” sarà il canto del cigno del Lynch Mob, tra l’altro nati a fronte di un’altra cessazione artistica (allora temporanea) eccellente, quella dei fondamentali Dokken.
Ora, affrontare l’ultimo capitolo discografico della band del favoloso George Lynch senza “scorie” malinconiche, almeno per chi la segue dagli esordi, è pressoché impossibile, anche perché il precedente “Babylon”, realizzato con la medesima line-up, aveva destato impressioni più che positive, lasciando ipotizzare un intrigante “nuovo corso” del gruppo.
Concentrandosi, dunque, sui contenuti dell’opera, diciamo che tutte le suddette good vibration sono confermate da una raccolta di buonissime canzoni, governate dalla chitarra fremente (e non ridondante) di Lynch e dalla voce pungente di Gabriel Colon.
Una title-track dai bordi taglienti e sleazy inaugura la scaletta di “Dancing with the devil”, un albo che sa trattare la materia hard-rock blues in maniera “matura”, come accade in “Pictures of the dead”, o impegnarsi in commistioni stilistiche abbastanza efficaci, rilevabili in “Saints and sinners”, intrisa di aggressività metallica e di suggestioni grunge.
Il groove denso e psichedelico di “Lift up your soul” e le pulsazioni massicce di “Machine bone” avvalorano una certa vicinanza alle celebri istanze dell’hard-rock “moderno”, mentre le torride scosse blues di “Love in denial” assecondano i gusti degli astanti maggiormente legati alla “tradizione” del genere.
Follow me down” ha il refrain più orecchiabile del disco, ma nel complesso sconta qualche piccola sfocatura armonica, e se “Golden mirror” è un suggestivo strumentale ricco di inebrianti effluvi esotici, la morbosa “Sea of stones” e le spirali avvolgenti di "The stranger” conducono l’astante in un clima sonoro decisamente meno rassicurante, in cui a dominare la scena sono inquietanti foschie Ozzy / Sabbath-iane.
Lungo un registro ancora una volta di natura hard-psych si sviluppa, infine, anche la bonus track riservata all’edizione europea di “Dancing with the devil”, intitolata “Somewhere” e da considerare un addendum degno del considerevole valore complessivo del disco.
Consapevoli che spesso i musicisti sono anche simpatici “bugiardi” e che altrettanto di frequente cambiano idea, non rimane che augurarsi che questa non sia “davvero” la fine della parabola professionale dei Lynch Mob, capaci di offrire, anche nel travagliato rockrama del 2025, una dimostrazione di apprezzabile salute artistica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.