Sweet - Live At The Marquee (Reissue)

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:65 min.
Etichetta:Metalville Records

Tracklist

  1. ACTION
  2. SWEET F.A.
  3. LOVE IS LIKE OXYGEN
  4. RESTLESS
  5. NO YOU DON’T
  6. GUITAR SEGUE
  7. SOMEONE ELSE WILL
  8. DRUM SOLO
  9. SET ME FREE
  10. BALLROOM BLITZ
  11. FOX ON THE RUN
  12. AC/DC (BONUS TRACK)
  13. BURN ON THE FLAME (BONUS TRACK)

Line up

  • Andy Scott: guitar
  • Mick Tucker: drums
  • Paul Mario Day: vocals
  • Mal McNulty: bass
  • Phil Lanzon: keyboards

Voto medio utenti

La discografia degli Sweet è ricca di registrazioni dal vivo (per non parlare delle millemila compilation …), ma personalmente ho un legame particolare con “Live at The Marquee”, uscito in origine nel 1989 dopo un periodo di silenzio dei veterani britannici del glam-rock.
Il gruppo, fiaccato da una crisi creativa e dalla dipendenza dall’alcool del cantante Brian Connolly si era praticamente sciolto e l’uscita di questo disco sorprese non poco i suoi fans che si ritrovarono di fronte ad una formazione che prevedeva, oltre agli storici Andy Scott e Mick Tucker, Paul Mario Day (ex-Iron Maiden, More, Wildfire …) alla gestione microfonica, Mal McNulty (Slade) al basso e Phil Lanzon (Grand Prix, Uriah Heep) alle tastiere.
Un dato (tra l’altro difficilmente rilevabile vista la mancanza d’informazioni specifiche su una copertina che invece non trascurava adescanti immagini di ballerine discinte …) che in qualche modo anticipava i contenuti dell’opera, in cui la band trasfigurava alcuni dei suoi tanti hits proponendoli in una trascrizione particolarmente grintosa e sinfonica, avvicinandosi, in taluni frangenti, addirittura al pomp-rock (vedasi, in particolare, i quattro brani in studio … tre scritti con Day e Lanzon - “Shot down in flames”, “Over my head” e “Jump the fence” – e il remake del classicone rhythm n’ bluesReach out”).
Insomma, il contributo della voce stentorea di Day e delle tastiere di Lanzon rendono più “seriose” e articolate composizioni nate per essere scanzonate e immediate, e tuttavia, sebbene probabilmente per valutare i “veri” Sweet bisogna rivolgersi altrove, anche questa loro variante merita un apprezzamento importante, come del resto sembra testimoniare il pubblico del Marquee.
Una valutazione che oggi viene agevolata dalla ristampa curata dalla Metalville, in cui, però, i quattro pezzi che occupavano il quarto lato del doppio Lp originario sono sostituiti da due bonus live (una seconda versione di “AC/DC” e “Burn on the flame”).
Concentrandosi sul resto del programma, potrete godere di una ruggente selezione dei successi degli Sweet, fregiati spesso da architetture sonore dilatate e magniloquenti (un esempio su tutti “Love is like oxygen”, con tanto di citazione di “Fanfare for the common man”, un classicone della musica americana, celebre per l’adattamento firmato Emerson, Lake & Palmer), il tutto pilotato da un cantato tanto incisivo quanto “singolare”, almeno per chi era avvezzo allo stile scabro e vizioso di Connolly.
Nonostante la sua “stravaganza”, i motivi d’interesse di “Live at The Marquee” non sono pochi, e svelano un lato diverso della lunga e variegata carriera artistica degli Sweet, un gruppo il cui ruolo nella Storia Del Rock non è stato sempre adeguatamente riconosciuto e che grazie all’irriducibile Andy Scott continua a produrre ottima musica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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