Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:61 min.
Etichetta:Reigning Phoenix Music

Tracklist

  1. IT TAKES TWO TO TANGO
  2. BABYLON
  3. HELLBREAKER
  4. TIME TO LISTEN
  5. STRANGERS IN PARADISE
  6. DEAD MAN'S HAND
  7. THE LAW OF A MADMAN
  8. METAL SONS
  9. PROPAGANDA
  10. BLINDFOLD
  11. BATTER THE POWER
  12. BEYOND THE END OF TIME

Line up

  • Peter Baltes: bass
  • Sven Dirkschneider: drums
  • Stefan Kaufmann: guitars
  • Mathias "Don" Dieth: guitars
  • Manuela "Ella" Bibert: vocals
  • Udo Dirkschneider: vocals

Voto medio utenti

Che il vecchio Udo abbia ampliato, e di molto, i suoi progetti extra oltre agli U.D.O. negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti. I Dirkschneider, gli Udo Dirkschneider, e ora i Dirkschnedier & The Old Gang... diciamo che di roba sul fuoco ne è stata messa, anche se la fantasia nella scelta dei monicker forse latita. Ogi ci occupiamo del tanto annunciato debut album di quest'ultimo progetto, per l'appunto Babylon, la cui direzione musicale era già stata preannunciata dall'EP uscito nel 2021, 'Arising'. Un heavy metal con tinte sinfoniche e l'aiuto di una vocalist femminile, tale Manuela Bibert, reclutata non solo per dare alle canzoni un tocco più elegante e di contrasto alla spigolosa voce di Udo, ma anche (questa però è una mia visione personale), per aiutar il colonnello in parti dove per causa di forza maggiore come l'età (Udo ha 73 anni) la resa vocale non è più quella di un tempo. Reclutata la "vecchia gang", ovvero Mathias Dieth (chitarrista degli U.D.O. nel loro periodo migliore, dal 1987 al 1991), il batterista di lungo tempo di Udo, Stefan Kaufmann, e sopratutto il bassista Peter Baltes (reduce da affermazioni sul leader degli Accept, Wolf Hoffmann, non molto carine), l'attesa di sentire come sarebbe suonato questo 'Babylon' devo dire che c'era, sopratutto per capire se anche questo fosse un progetto nato tanto per, o se ci fosse la seria volontà di produrre musica fatta con il cuore e non con pilota automatico.

Durata importante, sui 60 minuti e rotti, per un album che, lo dico, subito, ha i suoi momenti di assoluta godibilità. Come detto sopra il fattore età ha portato Udo a ridurre drasticamente le canzoni dal piglio più veloce e adrenalico (ma questo si nota anche tornando indietro nel tempo e guardando a dischi come 'Decadent' o 'Steelfactory') e aumentando i mid tempo come 'Better Than Power' o la Titletrack, dove nel primo caso il risultato è migliore grazie anche a ritornelli azzeccati e cantati all'unisono da tutti e molto "orchestrali", quasi pomposi, mentre nel secondo caso ci si trascina per parecchio tempo senza giungere mai all'apice, nonostante intermezzi chitarristici orientali che donano comunque un certo fascino. Si va meglio con 'Metal Sons' che spinge sull'acceleratore o 'Hellbreaker' dal chorus che fa tornare ai tempi migliori degli Accept. Tornano prepotentemente i duetti su 'It Takes Two To Tango', decisamente tra gli highlight del disco, con un bel finale dove la voce di Manuela prende la scena. Non eccezionali ma comunque discrete le due ballad 'Strangers In Paradise' e 'Blindfold', una sensazione di già sentito ma che non va a precludere il risultato complessivo.

Una prova più che buona per il sempre attivo Udo che, nonostante le primavere che avanzano, mostra sempre un amore per l'heavy metal (che sia più classico o sinfonico poco importa) puro e sincero. Certo, l'utilità di questo progetto dubito che si stabilizzerà nel tempo e ce ne ricorderemo guardando alla carriera del cantante tedesco, ma 'Babylon' riesce comunque a portarsi a casa una più che ampia sufficienza. Good work.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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