I
Der Weg Einer Freiheit non devono più dimostrare nulla a nessuno. Un loro album non viene paragonato ad altri ma è ormai esso stesso termine di paragone per innumerevoli gruppi di genere.
Da debut omonimo del 2010 sino al penultimo "
Noktvrn" (descritto con la solita precisione chirurgica da Dopecity
QUI), fedeli al proprio monicker ("la via della libertà), non hanno mai smesso di tracciare il proprio cammino, di evolvere, di portare avanti le proprie idee e la peculiare concezione di musica presente nelle loro anime.
Se il disco del 2021 - influenzato da compositori classici come Chopin e Arvo Pärt - è il punto di svolta, l'apice innovativo di
Nikita Kamprad e compagni, il nuovo "
Innern" (
Season of Mist) rappresenta senza dubbio alcuno il lavoro più introspettivo e compositivamente vario realizzato sino ad oggi.
"
Innern" - interiore in lingua tedesca - definisce il peso concettuale dell'album: il prendere le distanze dall'esterno per affrontare una sorta di resa dei conti personale, nel silenzio e nel rinnovamento.
Attraverso sei brani e 43 minuti la band esplora i cicli di disintegrazione e rinascita, invitando gli ascoltatori a confrontarsi con la natura profonda e spesso contraddittoria dell'esistenza stessa.
“
Eos” contrappone guerra e rinnovamento, immaginando una terra post-umana fertilizzata dal sacrificio e riconquistata dalla natura. “
Marter” è un ritratto bruciante del tormento interiore e della liberazione emotiva: la sofferenza non solo come fonte di agonia, ma come percorso verso la trascendenza.
“
Xibalba” affronta poi il meccanismo della paura - veicolata dalla propaganda dei media - e la frammentazione spirituale che ne segue, esortando l'uomo ad un ritorno alla propria essenza più profonda attraverso l'introspezione e la chiarezza. E con “
Forlorn”, la band mette a nudo il suo lato più vulnerabile: una delicata richiesta di rifugio emotivo, cantata in inglese per sottolinearne l'universalità.
Musicalmente "
Innern" è la summa di tutte le esperienze vissute in 16 anni di attività: le chitarre di
Kamprad e
Rausch sono sospese tra parossismi di aggressività e tessiture rarefatte ed eteree così come i brani si dipanano tra black selvaggio e sulfureo e post rock riflessivo e malinconico sino alle lacrime (gli ultimi 3 minuti di "
Xibalba" giungono all'anima e lì vi restano avvinghiati).
L'album è potentissimo, evocativo, immediato, complesso, affina tutti gli elementi del passato della band con l'unico scopo di porre l'ascoltatore in uno stato di riflessione, di ricerca dell'interiorità.
L'altro giorno un amico mi ha fatto notare come vi sia un'esplosione di band di black atmosferico: un'affermazione che mi ha colpito ed alla quale ho dato - dopo qualche tempo - una personalissima interpretazione.
In tempi in cui l'apparire è tutto, in cui conta quasi solo l'esteriorità, in cui dire di aver fatto è più importante delle emozioni provate nel fare qualcosa, ascoltare e vivere musica che obbliga a prendersi del tempo, a guardarsi dentro, a confrontarsi con i demoni che si cerca di mettere a tacere diviene ancora di salvezza per le anime che vogliono grattare la superficie dell'esistenza.
Grazie ai
Der Weg Einer Freiheit, grazie per aver scritto il disco dell'anno.
Der Weg Einer Freiheit - "
Xibalba"
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