Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:34 min.
Etichetta:Folter Records

Tracklist

  1. BLACK METAL ULTRAS
  2. IN THE ARMY OF HELL
  3. KNOCKOUT
  4. DEATH COMES BY LIMO
  5. 666 PROBLEMS
  6. STREETS & LIERS
  7. DIE HARD
  8. MANIFESTO
  9. DENIM DEMON (TURBONEGRO COVER)

Line up

  • Plague: Bass
  • Asher: Drums
  • A.: Guitars
  • Dorian Bones: Vocals
  • H. Desecrator: Guitars

Voto medio utenti

Esiste una categoria di persone che aspetta trepidante la fine della settimana, che la domenica a pranzo consuma il pasto il più velocemente possibile per prendere la sciarpa coi propri colori e incontrarsi coi propri amici nel parcheggio della curva a bere Borghetti (rigorosamente) caldo o birre di bassa qualità e caricarsi per entrare allo stadio a sostenere la squadra della propria città.
Esiste, inoltre, una categoria di band che pare aver capito molto bene di cosa ha bisogno il metallaro stadiofilo per accompagnare l'alcol, i cori e le bestemmie che caratterizzano il ritrovo pre-partita: se l'ambiente è cafone - e noi lo vogliamo così - lo deve essere anche l'accompagnamento musicale. Cosa c'è di meglio dunque di "Black Metal Ultras", ultimo parto dei Whiskey Ritual di Parma? Poco più di mezz'ora di black metal alcolico, tossico e goliardico. Ma non fraintendiamoci: qui non si scherza, la goliardia è presa molto sul serio, è qualcosa che va portato avanti con dedizione, la stessa dedizione con cui gli ultras difendono la propria città e le bande di metallari difendono la propria attitudine.
Otto brani più una cover dei Turbonegro posta in chiusura per ribadire nel modo più convincente possibile chi comanda: siamo al cospetto di un brano più trascinante dell'altro, pochi fronzoli e tanta voglia di fare baldoria a suon di black metal imbastardito con quel tanto di punk/hardcore che basta per far battere ritmicamente i pugni al pubblico nei live e sbronzarsi tutti insieme, chissà che nella baldoria generale non ci scappi qualche rissa che possa ispirare una nuova canzone...
Blast beat, flavour rock'n'roll, tremolo picking e cori nei ritornelli per un songwriting apparentemente semplice ma incredibilmente avvincente: la formula dei nostri è vincente e se funziona così bene, trasmettendo tutto questo entusiamo su disco, non immagino cosa possa succedere in sede live col pubblico scatenato, i tavoli del locale che volano e tutto che si conclude con i vicini che chiamano gli sbirri. Cosa può esserci di più epico di un concerto underground che finisce in tragedia?
Disagio urbano, risse, alcolismo militante e blasfemia al servizio di un'attitudine impareggiabile: nelle mani della band giusta tutto ciò non poteva che produrre il disco, finora, più divertente dell'anno.
Per metallari brutti.

Recensione a cura di Giacomo Babuin

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 ago 2019 alle 17:28

Disco "delicatissimo" che ascolto sempre molto volentieri …

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