Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:47 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. SEVEN ORACLES
  2. REVELATION OF UNBEING
  3. DIVINE WIND AND HOLOCAUST CLOUDS
  4. SANCTUM AMENTIAE
  5. UTTERANCES OF BROKEN THROATS
  6. THE SPIRIT OF BLACK BREATH
  7. THE LAST MESSIAH

Line up

  • Kári Pálsson: bass
  • Óskar Rúnarsson: guitar
  • Jóhannes Smári Smárason: guitar
  • Josh Rood: vocals
  • Sigurður Jakobsson: drums

Voto medio utenti

Glaciale, dissonante, maligno.
Ogni disco black dovrebbe annoverare, tra i propri tratti distintivi, le tre caratteristiche appena citate, che guarda caso riassumono alla perfezione il sound della giovin creatura Nexion.
Giovane sì, ma tutt’altro che sprovveduta: già l’EP d’esordio del 2017 lasciava intravedere notevole potenziale. Ora, giunti al fatidico test del primo full length, i Nostri confermano le buone impressioni, al netto di qualche criticità che affronteremo a stretto giro.

Prima le lodi: “Seven Oracles” gronda ferocia, attitudine, tiro e compattezza.
Se anelate a farvi vomitare addosso una colata di metallo nero come la pece, che martella e graffia al tempo stesso, questo è il platter che fa per voi. Se poi non disdegnate qualche lieve inflessione death (percepibile anche nell’impostazione vocale) e sulfurei rallentamenti dal feeling rituale, ancor meglio.

I Nexion, come avrete intuito, non valicano mai i confini dell’ortodossia stilistica, eppure non risultano affatto stantii o forzatamente old school. Al contrario, la loro miscela suona alle mie orecchie piuttosto attuale, anche in virtù delle fauste scelte operate a livello di produzione. Provate ad immaginare un ideale punto d’incontro tra gli ultimi, ritrovati Mayhem, i Dark Funeral e gli MGLA, ed avrete un metro di paragone spendibile.

Tutto perfetto quindi?
No, ahimè: a mio umile avviso manca ancora qualcosa per raggiungere il gotha dell’estremo. Qua e là l’attenzione scema, una manciata di riff denuncia scarsa ispirazione, alcuni passaggi mancano d’incisività, ed in generale un pizzico di personalità in più avrebbe giovato.
Presumo, d’altro canto, si discuta di difetti di gioventù ampiamente superabili.

I Nexion, per quel che mi riguarda, possiedono il sound ed il talento per guardare al futuro con ottimismo… non fosse per la condizione comatosa in cui versa il mercato discografico e, di converso, per l’ottimo stato di forma di cui gode la scena black da un paio d’anni a questa parte. Senza contare che, ad occhio e croce, non discutiamo di persone particolarmente inclini all’ottimismo…

Ok, riformulo: “Seven Oracles” è un buon platter, ma mi piace pensare che il meglio, in casa Nexion, debba ancora venire.
Chi vivrà vedrà; e chissà se, a Lucifero piacendo, anche a chi morirà verrà concessa una sbirciatina…
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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