La fiamma arde ancora, incessantemente!
La fiamma non si affievolisce, ma anzi, brucia sempre di più!
A dispetto delle solite malignità riguardanti lo stato di salute della nostra amata musica, fino a quando esisterà l’essere umano, con la sua natura egoista e contraddittoria,
il Sacro Fuoco dell’Heavy Metal non si spegnerà MAI!A dimostrazione di quanto detto, in questo sorprendente 2025, in ambito classico, abbiamo avuto delle uscite discografiche meravigliose e, dopo i vari
Sacred,
Vultures Vengeance,
Vigilhunter,
Palantyr,
Fer de Lance,
Ambush,
Sintage,
Wings Of Steel,
Black Soul Horde (e sicuramente ne dimentico qualcuno), ora è la volta dei polacchi
Aquilla.
Giunti al loro secondo sigillo discografico, dopo il discreto
Mankind’s Odyssey, la band di Varsavia mette in evidenza una graduale, ma costante e sostanziale maturazione dimostrando, album dopo album, di poter dire la sua, in un settore assai affollato, come quello della New Wave Of Tradional Heavy Metal, tanto in voga negli ultimi 10-15 anni.
Forti di una line-up recentemente tirata a lucido, con l’ingresso del nuovo carismatico singer
Kuczy Kuzynski (in arte, “
Captain Paradox”) e del chitarrista
Jaspar De Phaser, e passati ora sotto il glorioso roster della
High Roller Records (che Odino benedica questa label!), gli
Aquilla, con
Sentinels Of New Dawn, mettono a segno un colpo assolutamente importante, per il proprio presente e, chissà, magari anche per il prosieguo della loro carriera.
Rispetto all’esordio, in questo nuovo lavoro, valorizzato da una produzione nettamente migliore, che esalta appieno l’energia dei Nostri, la band mostra decisamente i muscoli, mediante un sound dinamico e corposo che trasuda metallo da ogni poro, strizzando vistosamente l’occhio a soluzioni speed-power, ma conservando, al tempo stesso, delle venature epiche.
Sentinels Of New Dawn parte subito forte con l’incalzante
Creed Of Fire che, a conti fatti, oltre che rivelarsi una OPENER DA INFARTO e presentare delle chitarre che, in alcuni passaggi, ricordano i primi
Helloween dell’era Deris, sarà uno dei 2 picchi del disco che, ad ogni modo, regala delle tracce, una più bella dell’altra!
Si passa attraverso brani ficcanti e maestosi, che richiamano vagamente gli
HammerFall della prima ora (quelli che ci piacevano, sia chiaro), ma con un’attitudine meno rigida e più aperta a diverse soluzioni; ne sono un fulgido esempio le carismatiche
Plunder & Steel,
Mountains Of Black Sleep, ma anche la marziale
Battalion 31.
Il disco non concede un attimo di tregua: energia spiattellata in faccia ed atmosfere leggendarie regnano sovrane anche nell’inquietante
The Curse Of Mercurion, nella ruvida
Technocrat’s Tyranny che, con il suo nervosismo strisciante, sembra prendere a frustate l’ascoltatore, fino a giungere poi, alla maestosa
Bound To Be King, che colpisce per la sua incisività e dove
Captain Paradox ci delizia con una prova assolutamente convincente per merito della sua timbrica alta, ma graffiante.
Sentinels Of New Dawn si conclude (outro a parte), raggiungendo poi il suo secondo apice compositivo ed emotivo, in corrispondenza della mini-suite di 10 minuti, intitolata
The Prophet che, a differenza degli altri brani più lineari, presenta una struttura articolata e in costante evoluzione, caratterizzata da fraseggi di chitarra tra
Kris Invader e
Jaspar De Pasher talmente genuini ed emozionanti, da regalare puri brividi.
Che altro dire? Lasciate che l’
AQUILLA voli libera!
Tornando al discorso iniziale, non si può non rimanere favorevolmente colpiti dalla consistente mole di proposte di alta qualità che ci sta regalando il metallo tradizionale, in particolare nell’ultimo anno ma, più in generale, da un decennio almeno.
Alla faccia di chi, da tempo, continua borioso con la solita litania “
il metal è morto”...io rispondo, come farebbe il “Pino Nazionale”:
DATEVI FUOCO!