Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:43 min.
Etichetta:Fastball Music

Tracklist

  1. STORMY SEAS
  2. IMPERIAL MACHINE
  3. DARK RAINBOW
  4. THE WANDERINGS OF ULYSSES
  5. ARGONAUTICA, PT. I
  6. RUINS OF TROY
  7. MEDUSA'S SPEECH
  8. THE CURSE OF MEDUSA
  9. ARGONAUTICA, PT. II
  10. THE ORACLE
  11. SPARTA AND ATHENS 04:22
  12. ARGONAUTICA, PT. III

Line up

  • Franz Herde: vocals
  • Chris Techritz: guitars
  • Oliver Holzwarth: guest on bass
  • Spider the Akronaut: guest on bass
  • Tom Brenneis: guest on bass
  • Jimmy Konsta: guest on lead guitars
  • Marc Nickel: guest on lead guitars
  • Alex Kreuch: guest on keyboards
  • Trina Deuhart: guest on speech

Voto medio utenti

La comune avventura del cantante Franz Herde e del chitarrista Chris Techritz prima nei Kerjer e poi nei Carrier (al loro attivo solo un paio di EP), si è consolidata nei Kryptoportikus, che giungono al loro album d'esordio con il supporto della Fastball Music. "Dark Rainbow" si segnala per la presenza dietro al microfono proprio di Franz Herde, che tra le tante esperienze alle spalle può fregiarsi di essere stato il primo cantante dei Sieges Even (e restarlo sino al 1990), si avvia con l'introduzione strumentale "Stormy Seas", poi il compito passa a "Imperial Machine" che apre le porte sull'immaginario Thrash Progressive che caratterizza il sound della formazione bavarese, mentre le seguenti "Dark Rainbow" e l'articolata "The Wanderings of Ulysses" mostrano il lato più doom ed epico dei Kryptoportikus. Devo ammettere per quanto la componente Techno Thrash dei Sieges Even di "LifeCycle” (1988) e soprattutto di “Steps” (1990) sia qui meno marcata, se ne riesce comunque ad avvertire l'influenza, fosse anche per la presenza come ospite (uno dei tanti presenti sul disco) del loro fondatore: il bassista Oliver Holzwarth (passato poi anche per i Blind Guardian e i Rhapsody of Fire).

Una prima frazione che si è rivelata oltremodo interessante, al più con qualche increspatura a livello di resa sonora e nella produzione, inoltre, scorrendo i titoli dei brani appena ascoltati, ma pure quelli che verranno, riconosciamo la scelta dei Kryptoportikus (per quanto già il moniker adottato fosse più che un indizio) di ispirarsi liricamente alla storia ed alla mitologia ellenica.
Il primo dei tre episodi ispirati agli Argonauti (guidati da Giasone alla riconquista del vello d'oro), "Argonautica, Pt. I", fa da preludio ai modi eroici e spediti di "Ruins of Troy", ci aspettano poi in rapida successione una chiara dichiarazione d'intenti ed una bella maledizione da parte della nota Gorgone dai serpenti al posto dei capelli, con "Medusa's Speech" (credo a cura dell'ospite Trina Deuhart) e "The Curse of Medusa". Fortunatamente ne usciamo indenni, pronti a resistere all'incalzare di "Argonautica, Pt. II" ed al pathos epico ed evocativo di "The Oracle", ma soprattutto all'assalto thrasheggiante e battagliero (direi scontato visto il titolo del brano) di "Sparta and Athens", infine "Argonautica, Pt. III" chiude l'album andando a riprendere le atmosfere proprie della titletrack.

Non dobbiamo etichettare i Kryptoportikus alla stregua di una cover band dei Sieges Even, ma - come già lasciato intendere - su "Dark Rainbow" si torna a respirare quella piacevole atmosfera da fine anni Ottanta... e comunque è sempre un piacere ritrovare una voce così caratteristica come quella di Herde.




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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