A volte è proprio vero che meno è meglio come dicono gli inglesi, perché questo nuovo album dei belgi ne è la prova lampante.
Quarto album, debutto per la sempre interessante
Pelagic Records e con un nuovo bassista in formazione nella persona di
Koen Swerts, nel gruppo dal 2020 ma che esordisce su questo disco.
Questo quarto album ha come bilanciamento soluzioni melodiche dal taglio malinconico a parti più rabbiose, con in alcuni frangenti parti vocali come in “
Turms” o nella conclusiva “
Satre” che ha una sezione parlata ma con un timbro cavernoso, simil growl.
La pecca se così si può dire è la presenza di troppi brani lunghi che sembrano trascinarsi senza soluzione come se la band volesse dimostrare qualcosa, a volte invece meglio interventi brevi ma intensi come in “
Tinia” dove è tutto perfetto e la tensione è duratura.
La voglia di passare oltre a volte mi prende di petto, ma devo dire che la traccia conclusiva pur essendo lunga ha un perfetto equilibrio con anche interventi elettronici e prog.
Album discreto che sarebbe potuto avere un voto migliore se avessero asciugato un po' il tutto.
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