Nehemah - Shadows from the Past...

Copertina 8

Info

Past
Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:54 min.
Etichetta:Oaken Shield

Tracklist

  1. BLACK WINDS OVER THE WALLS OF CSEJTHE
  2. SØNNER AV DEN FIMBULVETR
  3. THE THOUSAND TONGUES OF MEDUSA
  4. WARLOCK
  5. SIGUILUM SANCTUM LYCANTROPIA
  6. SHADOWS FROM THE PAST...
  7. SELVMORD
  8. DRAWN IN DARKNESS
  9. CALL FROM THE GRAVE (BATHORY COVER)

Line up

  • Corven: Vocals, Bass, Guitars (acoustic), Samples
  • Dargon: Drums, Percussion
  • Sorghal: Guitars

Voto medio utenti

A un solo anno di distanza dal debutto "Light of a Dead Star", i Nehëmah tornano nel 2003 con "Shadows from the Past..." (Oaken Shield), confermando la loro dedizione incondizionata al Black metal più ortodosso. Se il primo album rappresentava la "via umida" — passionale, atmosferica e intrisa di suggestioni esoteriche — questo secondo lavoro incarna la "via secca": gelida, asciutta e ancora più radicata nella tradizione scandinava degli anni '90.

L'album si apre con "Black Winds Over the Walls of Csejthe", un brano che stabilisce immediatamente il tono dell'opera: riff taglienti, batteria incalzante e un'atmosfera glaciale che permea l'intero disco. Tracce come "Sønner av den Fimbulvetr" e "Sigilum Sanctum Lycanthropia" proseguono su questa linea, offrendo un Black metal diretto e privo di compromessi ma che non disdegna passaggi melodici e cadenzati, benché sinistri. La produzione, volutamente grezza, contribuisce a creare un senso di desolazione e freddezza, richiamando le sonorità primigenie di Darkthrone e Mayhem.

Rispetto al debutto, "Shadows from the Past..." mostra meno innovazione e un'estetica più austera. Tuttavia, la band riesce comunque a mantenere un alto livello qualitativo, grazie a composizioni solide e a un'interpretazione sincera del genere, persistendo inoltre in determinate divagazioni su dinamiche dilatate che preservano alcune delle situazioni ritualistiche del primo LP: contraddistinte qui da eleganti giri di basso che si impongono sul resto.
La voce di Corven, cavernosa e distante, continua a essere un elemento distintivo, capace di veicolare un senso di alienazione e mistero.

Un elemento degno di nota è la cover di "Call from the Grave" dei Bathory, inserita come traccia terminale, e che testimonia l'influenza dei pionieri del genere sul sound dei Nehëmah.
Sebbene il disco non raggiunga le vette emotive e atmosferiche del predecessore, rappresenta comunque un ascolto imprescindibile per gli appassionati del Black metal tradizionale.

In conclusione, "Shadows from the Past..." è un'opera che, pur non apportando significative novità alla scena estrema, conferma la solidità e la coerenza artistica dei Nehëmah. Un tributo sincero alle radici della fiamma nera, la cui bontà si riconfermerà, più o meno sul medesimo livello, nel successivo e, allo stato attuale ultimo (2025) lavoro targato Nehëmah, "Requiem Tenebrae" (2004).

P.S. Attualmente i Nehëmah risultano sciolti dall'ormai lontano 2015.

Recensione a cura di James Curzi

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