Copertina 6,5

Info

Demo
Anno di uscita:2006
Durata:19 min.

Tracklist

  1. DEAD END RAILWAY
  2. TOWARDS THE END
  3. DOUBLE MINDED
  4. VIRTUALLY ENSLAVED

Line up

  • Rob: vocals
  • Alejandro: guitars
  • Cla Vanza: drums
  • Steve c.h.: bass

Voto medio utenti

Gli Inertia sono una band di Trento, con un’attività alle spalle quasi decennale ricca di esperienze, concerti e registrazioni; ma che solo nel 2003 si dedica alla stesura di nuovi brani seguendo una traccia stilistica più omogenea, grazie all’ingresso del chitarrista Alejandro nella band.
Dopo circa 3 anni, la band seleziona quattro canzoni che vengono ben registrate e raccolte nel promo-cd “Dead End Railway”, dischetto che include anche un videoclip della title-track.
La musica proposta trae ispirazione da numerose sorgenti, e da subito appare evidente che la band fatica molto per ritagliare uno spazio in cui collocarsi; si percepisce una voglia quasi forzata di plasmare uno stile in cui identificarsi liberamente e senza costrizioni, ma il risultato non è soddisfacente. Con tale critica non oso mettere in discussione la passione e l’impegno della band, ma cerco di tradurre in parole una sensazione che mi ha accompagnato durante i miei ascolti, fin dai primi attimi, e per tutti i giorni seguenti; una sensazione di incertezza, un conto che non torna.
Con l’andare avanti del tempo ho sviluppato una linea di pensiero, e ho capito perché metà del sound degli Inertia mi piace, e l’altra metà mi lascia confuso e incerto.
La faccia della medaglia che splende raffigura il batterista Cla Vanza con il suo drumming preciso e vario, ricco di idee interessanti di stampo tipicamente Death; il bassista Steve c.h. con il suo suono molto limpido e personale, freddo e marziale quando segue la batteria durante le parti più cadenzate e quadrate, ma anche caldo e brillante in più di un’occasione, quando riesce ad evadere dagli schemi ridimensionandoli a suo modo, senza romperli. Brilla anche il chitarrista Alejandro, esecutore di melodie spesso semplici e ripetitive; che nonostante ad un primo ascolto appaia poco incisivo, risulta essere dotato di una personalità musicale distinta e udibile. Il suo unire un riffing di stampo Trash / Death molto essenziale e ritmato ad assoli molto veloci dalle melodie acide e tetre pare essere un miscuglio tra Kirk Hammett e Chuck Schuldiner, con un groove personale ma un approccio umile.
L’unione dei tre strumenti genera una prima perplessità, poiché se da una parte i musicisti hanno dalle doti musicali inconfutabili, dall’altra constatiamo che le canzoni si adagiano su strutture molto quadrate e schematiche; e nonostante ognuno dei tre strumentisti abbia un suo stile e una sua dimensione, la musica sviluppata nel globale ha una forma che non impressiona, ma scorre fin troppo liscia, rischiando di annoiare quasi l’ascoltatore.
E la faccia oscura della medaglia si incarna purtroppo nel cantante Rob. Ciò che il sottoscritto si è imposto come priorità fin dai primi ascolti è stato quello di escludere il proprio gusto e la sua opinione soggettiva nell’analizzare e discutere la voce degli Inertia; dopo decine di ascolti appare chiaro che solo un cantante eccezionale dallo stile inconfondibile e una classe equiparabile può dare veramente una spinta notevole ad un gruppo il cui sound si basa sulla semplicità, su scelte timbriche molto omogenee, e su melodie così rocciose e poco orecchiabili.
Ma purtroppo le linee vocali sono molto piatte, Rob appare poco ispirato, privo di idee e di personalità, e persino l’interpretazione appare fredda e povera di sentimento. La mia impressione è che Rob non sia a suo agio e si trovi inserito in un contesto poco consono al suo stile che non gli permetta di tirar fuori la sua vera anima; a discapito purtroppo delle qualità del resto dei musicisti, poiché non riesce a farle risaltare in modo adeguato.
La mia è un’onesta e sincera opinione davanti a canzoni che potrebbero avere un potenziale maggiore ma mancano di incisività; caratteristica importante davanti ad un mercato saturo di gruppi importanti e qualitativamente interessanti, ma che necessitano ancora di una spinta.
Allo stesso tempo un approccio alla musica molto sincero e semplice a volte premia e certamente ha i suoi pregi, magari in un contesto di tipo live, in cui l’anima del musicista viene fuori più spontaneamente che in studio. Ciò che umilmente mi sento di dire agli Inertia e in particolare a Rob è di continuare ad ascoltare e dar voce alla propria anima sincera da musicista, ma dar sfogo più liberamente alla propria creatività; così da trarre maggior soddisfazione dalla propria arte e dare sempre un briciolo di più, anche quando si pensa di aver dato il massimo.

Contatti: Email: info@inertiaband.org - Web Site: www.inertiaband.org
Recensione a cura di Matteo 'Kobal' Figus

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