I
Putred sono una Death metal band romena formatasi nel 2020. Al momento hanno rilasciato – oltre a un gran numero di pubblicazioni minori quali demo, split, compilation, EP e singoli – due soli full-length:
"Repulsie post-mortem" (
Cavernous Records) nel 2023, e
"Megalit al putrefacției" (
Memento Mori) proprio in questi giorni di inizio 2025.
Una proposta ostica e identitaria quella dei romeni – i quali cantano in lingua madre e risultano per molti aspetti legati all'immaginario della loro tradizione nazionale, cosa a mio avviso che, ove non sfoci nel fanatismo, è da ritenersi buona e giusta perfino nell'arte – che si presenta con una forma di Death metal piuttosto lenta e claustrofobica, caratterizzata da vari elementi Doom e un utilizzo di melodie minimali, benché di frequente ben in evidenza.
È chiaro che per i
Putred uno dei punti di riferimento risultino essere gli
Autopsy – di cui tra l'altro è qui presente una cover a fine tracklist:
"Critical Madness" – ma, a mio avviso, è a gruppi come
Demigod e
Purtenance che si deve guardare. Questi ultimi sono realmente i primi che mi sono venuti a mente quando ho ascoltato
"Megalit al putrefacției"; sia per lo stile musicale adottato, che per il tipo di produzione grezza, ovattata e con bassi fin troppo in evidenza (provate ad ascoltarvi
"Member of Immortal Damnation" del 1992).
Dubito che la musica dei
Putred potrà trovare ampio riscontro tra di voi, in quanto questo è un prodotto realmente fuori dal tempo e con una matrice stilistica particolare e forse tra le più inaccessibili. Le composizioni tendono a essere ripetitive, e la qualità sonora non essendo elevata rende difficoltoso il loro processo di assimilazione. Tuttavia, chi risulti in grado di superare questo scoglio iniziale, e sia in possesso del background musicale adeguato per approcciarsi a questa tipologia di releases, potrebbe trovare pane per i suoi denti.
Il songwriting, per ciò che il platter si propone di essere, è di livello, e i brani appaiono frequentemente ammantati da una certa atmosfera ipnotica e avvolgente, con dei tratti che, sporadicamente, si risolvono in dinamiche dal sapore etereo entranti in rapporto ossimorico con i sentori mortiferi, di cui è fortemente impregnato l'insieme del disco.
Provate a dare una possibilità a
"Megalit al putrefacției" e ad ascoltarlo più volte… potrebbe regalarvi delle gradite soddisfazioni.
Recensione a cura di
DiX88
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