Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:34 min.
Etichetta:Low Country Sound/ Atlantic Records

Tracklist

  1. DARKFIGHTER
  2. MERCY
  3. REDEMPTION
  4. STREET LIFE
  5. BEFORE THE FIRE
  6. MOSAIC

Line up

  • Jay Buchanan: vocals, guitar
  • Scott Holiday: guitar
  • Dave Beste: bass, backing vocals
  • Mike Miley: drums, backing vocals
  • Todd Ögren: keyboards

Voto medio utenti

Nel macrocosmo della scena musicale attuale, dove il “riciclaggio” non è sempre una pratica virtuosa, esistono (poche) formazioni capaci di rileggere in maniera costruttiva le radici del rock n’ roll, riuscendo nell’impresa di rimanere fedeli ai sacri dogmi, senza per questo sprofondare nelle paludi del luogo comune.
Tra questi “eletti”, ci sono sicuramente i Rival Sons, fervidi interpreti dell’hard classico made in the sixties / seventies, autori nel 2023 di ben due (splendidi) album, il cui valore non poteva proprio passare sotto silenzio sulle pagine della webzine più gloriosa del globo terracqueo.
Recuperiamo, dunque, innanzi tutto la disamina dell’ultimo “Lightbringer”, in quanto lo ritengo perfetto (anche in misura maggiore del “complementare” “Darkfighter”) per sottolineare come il merito principale del gruppo americano sia quello di saper scrivere e interpretare “belle canzoni” in quanto tali, mettendo quasi in secondo piano il grandissimo lavoro strumentale e ispirativo che le alimenta.
Insomma, se anche voi pensate che, al di là di ogni altra valutazione critica, in fondo la musica abbia come obiettivo superiore quello di attivare i dispositivi emozionali dell’ascoltatore, converrete con me che rimanere indifferenti di fronte allo splendore di “Darkfighter” (fin dal titolo, una sorta di “filo rosso” con l’albo precedente) è francamente impossibile, almeno se Led Zeppelin, CSN&Y, Yes e Procol Harum detengono tuttora un posto di rilievo nel vostro cuore di rockofili.
Nove minuti scarsi di hard-blues, folk e prog che imprigionano l’ascoltatore forti di un’ispirazione scintillante e di un potere evocativo che cancellano con un deciso colpo di spugna ogni eventuale addebito di pavido “citazionismo”.
Le chitarre fuzzy e il battito pulsante di “Mercy” fomentano la quota groovy del programma, poi rimpinguata dal focoso clima blues n’ soul di “Street life” (piuttosto affine ai The Black Kyes), mentre “Redemption” allenta i toni con una torpida ballata talmente “radiofonica” da poter addirittura “quasi” sfidare “gente” come gli Stereophonics sul loro terreno preferito.
Before the fire” è, con la sua melodia avvolgente e magnetica e una prestazione straordinaria di tutta la band (in particolare Jay Buchanan e Scott Holiday) un altro dei gioielli sonori più sfavillanti dell’opera, così come si avvicina parecchio a tale prezioso appellativo la conclusiva “Mosaic”, uno slow elettroacustico levigato e bucolico intriso di tangibile pathos.
I Rival Sons sono nella loro fase di piena maturità espressiva e “Lightbringer” è un “moderno” classic rock album, in grado di sollevarsi imperioso sopra buona parte della marea di produzioni similari che intasano la discografia contemporanea.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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