Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:47 min.
Etichetta:Tragedy Productions

Tracklist

  1. WHEN DID I DIE?
  2. END IT ALL
  3. ANNIHILATOR
  4. A THOUSAND GOODBYES
  5. WE DON'T BELIEVE IN HAPPINESS
  6. DREAMS
  7. LIFE WAS PAIN

Line up

  • Sergio González Catalán: vocals, all instruments

Voto medio utenti

Nel giugno dello scorso anno avevamo parlato del polistrumentista cileno Sergio González Catalán e del settimo disco del suo progetto Rise to the Sky "Two Years of Grief", scaturito dal dolore per la morte del padre avvenuta nel 2021.
Ebbene a pochissimi mesi di distanza lo stesso artista ci offre il debut del suo nuovo solo-project My Dearest Wound intitolato "The Burial" edito da Tragedy Productions.

Nuova veste ma vecchie abitudini.
Il dolore ancora una volta sembra essere compagno, sostegno ed ispirazione per Sergio che - in questo lavoro - ci costringe a guardare in faccia le brutture e gli orrori che l'uomo infligge all'uomo: stupri, autolesionismi, abusi sui fanciulli, suicidi.
A partire dall'artwork, splendido ed angosciante ad opera di Natalia Drepina, una fotografa russa che si addentra nel subconscio per mostrarci la condizione umana, e continuando nei 7 brani dell'album (i cui titoli lasciano poco o nulla all'immaginazione: "When did I die?", "End it all", "Life was Pain" o "We don't believe in happiness") My Dearest Wound ci porta a riflettere sulla vita, la morte e la condizione umana.
E lo fa miscelando la potenza ipnotica, dilatata del doom con la violenza e la malinconia del depressive black in un taglio reso quasi cinematografico dall'uso calibrato dei synth e delle tastiere.
Gotico, oscuro, minimalista dove serve ed epico, ridondante e violento altrove, "The Burial" spiana e brutalizza l'anima riducendola in cenere di fronte a tutta la sua carica di angoscia e tristezza.

"Devo tenermi la mia angoscia. La devo proteggere. Perché mi serve: mi mantiene scattante, reattivo, come devo essere." diceva Al Pacino nel capolavoro "Heat - La Sfida" di Michael Mann: credo che per Sergio valga la stessa cosa; deve tenersi stretto il suo dolore (il nome del progetto non è casuale: La mia ferita più cara) per poter dare un senso alla propria carriera di artista mettendolo in musica.

Da ascoltare, riflettendo, tra le lacrime.

My Dearest Wound - "We don't believe in happiness"




Recensione a cura di Alessandro Zaina

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.