Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2024
Durata:43 min.
Etichetta:Apollon Records

Tracklist

  1. DEEP TIME
  2. PYRAMID FUCKSNAKE
  3. MOMENTS
  4. EVA
  5. TRACING
  6. PICKINGS FOR THE BEAST
  7. EYES
  8. ENDURANCE
  9. STORY

Line up

  • Lars Fremmerlid: bass
  • Jonas Lundekvam: vocals, keyboards
  • Henrik Schmidt: guitar
  • Jørgen Apeness: drums

Voto medio utenti

Arrivano da Oslo, si chiamano MesaVerde e in “All is well” (seconda fatica discografica dopo il debutto del 2022 “KY”) propongono un suono oltremodo raffinato e “intellettuale”, tentando una temeraria contaminazione tra pop, prog, elettronica, barlumi jazz e onirica psichedelia, in una sorta di viaggio mentale che materializza in contemporanea le effigi di Yes, Steely Dan, Tame Impala, ABC, It Bites e Arcade Fire.
Un universo sonoro trasognato e agrodolce in cui repentini sciami progressivi sono immersi in un clima piuttosto contemplativo e ovattato, proprio come accade nelle sguscianti ramificazioni armoniche di “Deep time”, nelle frastagliate pulsazioni elettro-funky di “Pyramid fucksnake” o ancora nella melodia leggiadra di "Eyes”, dove emerge vivida l’influenza di Jon Anderson & C.
Altrove, vedasi “Moments” e l’eterea ballata “Eva”, l’esplorazione emotiva sembra smarrire la direzione e fluttuare sui sensi, cosa che non avviene negli impulsi liquidi e vibranti di “Tracing” e nelle ritmiche briose di “Pickings for the beast”, con il suo andamento adescante, sintetico e idoneo addirittura ai dance-floor più “colti”.
Gli estatici riverberi fusion di “Endurance” e i colori tenui e soffici di “Story” meritano anch’essi una doverosa segnalazione per buone capacità seduttive e immaginifiche, anche se non consentono al programma di sottrarsi all’omogeneità di un tracciato sonico complessivamente molto riflessivo e languido.
All is well” è in definitiva una prova di classe, d’indubbio interesse, ma francamente al momento forse un po’ troppo “rilassata” e uniforme … con qualche “guizzo” dinamico in più e alcune collisioni espressive supplementari i MesaVerde potrebbero focalizzare meglio il loro stile artistico già aguzzo e intelligente, una rarità che merita di certo un’attenta e sistematica vigilanza.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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