Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:38 min.
Etichetta:Indipendent
Distribuzione:Grand Sounds Promotion

Tracklist

  1. MOTHER’S GRIEF
  2. INVOCATION
  3. FEEDING SUCCUBUS
  4. MALEDICTION
  5. DREAMING OF THEIR DEMISE:
  6. DEVOLUTION
  7. CALLING
  8. WOUNDS

Line up

  • Topi Karhunen: guitars, bass, vocals, synth, drum machine

Voto medio utenti

Nemus anima è una one man band dedita al melodic black metal, formatasi nell’autunno del 2023 a Vaasa, in Finlandia, per volontà del chitarrista Topi Karhunen (già attivo in vari progetti, tra cui a suo tempo i Wolftopia).
Il progetto esordisce con il full-length “Hatred Embodiment”, prodotto e pubblicato in maniera indipendente.
Qui Topi Krahunen oltre che della chitarra si occupa della voce, del basso, dei synth, delle varie orchestrazioni e della programmazione delle tracce di batteria al computer.
Lo stile dei Nemus anima è un black metal melodico con synth e orchestrazioni atmosferiche collocate all’interno di una produzione lo-fi piuttosto ovattata, sia nella qualità dei bilanciamenti, che nel volume complessivo.
Il platter con i suoi 38 minuti distribuiti su otto tracce scorre via piuttosto agevolmente. Si dischiude a noi con “Mother’s Grief”, che tramite arpeggi azzeccati ci trascina immediatamente all’interno di un oblio malinconico che reca con sé i tratti di un dolce e angoscioso struggimento; in tal caso lo struggimento disperato di una madre che si affida ad un rituale magico pur di riavere indietro suo figlio...Infrangendosi purtroppo contro il muro invalicabile della morte. Ultimo argine di contenimento della dimensione umana che la nostra società, in preda ad una smania di onnipotenza, sta tentando ad ogni costo di spezzare.

È la malinconia a far da colonna portante di “Hatred Embodiment”, sono gli arpeggi e le trame melodiche intessute dalla sei corde di Topi a essere protagoniste del platter, accompagnate da una dimensione atmosferica con basi dark ambient molto grezze. Ovviamente non mancano quelli che sono i cardini del genere: tremolo picking, blast beat e tappeti di doppia cassa, ma anche classici riff e cavalcate, con progressioni mutuate dall’heavy più classico, ricoperte da una coltre nera che dona loro il giusto senso di appartenenza. A tal proposito provate ad ascoltare ”Calling” e la conclusiva “Wounds”…dove il finlandese ci trascina all’interno di un ermetismo intimo, volontariamente in parte indecifrabile – come da lui stesso asserito –, che dipinge con i pennelli della fiamma nera quelle che sono le sue ferite mentali più profonde.
I testi, come avviene in chi incarna a pieno la propria arte, rispecchiano le musiche…non si narra di diavoli, o di blasfemie varie; si narrano storie di vita, di disperazione, di ingiusti maltrattamenti nati da incomprensioni sociali e pregiudizi superflui che possono causare suicidi, e di stati di alienazione psicotica. Si dà voce agli ultimi, e vi trova spazio anche un’introspettiva autoironia e una critica sferzante nei confronti di una società egocentrica da cui l’uomo libero desidera fuggire.
Malinconia e disperazione qui regnano sovrani, ma dal complesso dell’opera, e dal grandangolo che l’autore mette a fuoco sulle varie tematiche, si intuisce che lo scopo non sia la disperazione/annientamento, ma una sorta di abreazione catartica.
Essere oscuri a volte è solo un modo di prendere coscienza del male e delle paure…non un punto di arrivo, ma un inizio.

Sono brani, quale più, quale meno, piuttosto ben strutturati e omogenei; molti giacevano da anni in versione strumentale negli archivi del chitarrista finlandese, il quale vi ha poi aggiunto i testi e inserito i rispettivi adattamenti.
Probabilmente il discorso musicale avrebbe potuto essere sviluppato un po’ meglio, con qualche elemento distintivo in più e con meno caoticità.
Male di poco, “Hatred Embodiment” è un prodotto onesto e “sentito”, con gli occhi rivolti al passato e con l’intenzione di rimanere raccolto nel nucleo più intimo del Sé. Tuttavia disposto a schiudersi: a patto che da questa musica non si richiedano gli orpelli e i lustrini delle mode odierne, o facili ricette di vita prêt-à-porter.

Recensione a cura di DiX88

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