Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:43 min.
Etichetta: Melodic Passion Records
Distribuzione:GerMusica Promotion

Tracklist

  1. SECOND ADVENT OF JESUS CHRIST
  2. THIS IS THE ONE
  3. BATTLEFIELD OF SOULS
  4. PRAYER WARRIORS
  5. IN DARK TIMES – SHELTER ME
  6. ALPHA AND OMEGA
  7. REST IN ME
  8. THE KING WILL RETURN
  9. OUR BLESSED HOPE
  10. VILA I MIG

Line up

  • Per Schelander: Bass
  • Mats-Åke Andersson: Guitars
  • Stephen Carlson: Guitars
  • Christian Liljegren: Vocals
  • Jani Stefanović: Vocals, Keyboards, Drums
  • Alfred Fridhagen: Drums

Voto medio utenti

I Flames of Fire sono una heavy metal band svedese formatasi nella primavera del 2021, ma i prodromi della loro storia risalgono al lontano 1987.
Nella loro città natale, Jönköping, Christian Liljegren (Narnia, Divine Fire, Audiovision e molti altri) e Mats-Åke Andersson si sono incontrati per la prima volta fuori da una catena di hamburger chiamata O’Briens. Christian aveva allora 16 anni ed era il frontman della band Venture e Mats-Åke aveva 21 anni, chitarrista e compositore della formazione locale Zaragon. Da lì è nata un’amicizia che li porterà a condividere la visione di vari live delle loro formazioni preferite quali Europe, Madison, Rainbow, Malmsteen, Iron Maiden, ecc.ecc. Fin quando, appunto, nel 2021, i due amici decidono di dare vita ai Flames of Fire.
Dopo aver dato alle stampe nel 2022 l’omonimo “Flames of Fire” – esordio di buona fattura – si riaffacciano sul mercato con il nuovo “Our Blessed Hope”, sotto l’egida della Melodic Passion Records.

I Flames of Fire propongono un heavy metal classico che richiama molto alla memoria i Black Sabbath dell’era Dio, e in maniera minore il Ronnie della fase solista, sia per quel che attiene alcuni riff di stampo doom – scuola Iommi –, che soprattutto per lo stile vocale adottato da Christian, che inizialmente mi ha fatto venire un colpo al cuore ricordandomi immediatamente l’unico vero Dio a cui non ho mai osato dissentire. Una presenza quella di Dio e dei Sabbath forse davvero un po’ ingombrante nell’esordio dei Flames of Fire, ma che in ogni caso non inficia sulla qualità dei pezzi, che risulta essere davvero buona.
Non solo i Black Sabbath e Dio sono a fare da substrato al background degli svedesi, vi troviamo anche Iron Maiden, Judas Priest, e vari gruppi della N.W.O.B.H.M, a cui possiamo poi aggiungere gli Stryper. Con questi ultimi, in particolar modo condividono le tematiche di stampo cristiano.
“Our Blessed Hope” risulta infatti, dal fronte delle tematiche, un vero e proprio elogio alla figura del Cristo e al cristianesimo in generale, diventando quasi pacchiano per via dei toni utilizzati. Ma alla fin fine il metal è sempre stato stereotipato ed enfatizzato nel suo linguaggio…dunque niente di cui preoccuparsi troppo.

In questa release si mettono sul tavolo dieci tracce per un totale di 43 minuti che scorrono davvero piacevolmente, senza particolari cali di tensione. È musica ampiamente stereotipata, trita e ritrita, ma suonata dannatamente (o benedettamente?!) bene e con una discreta freschezza compositiva nonostante il suo essere così ancorata ad un determinato stilema.
Vi troviamo moltissimi riff azzeccati, assoli dal gusto melodico di ottima fattura con alcuni tratti talvolta orientaleggianti e una sezione ritmica di basso e batteria di spessore, potente e con il giusto groove. Una trama musicale su cui Christian Liljegren si erge maestoso con la sua voce, a tratti epica, evocativa e sontuosa, a tratti rabbiosa o all’opposto dolce, posata e rassicurante.

Ottimo anche il lavoro di produzione ad opera di Jani Stefanovic, il quale mette il suo zampino con qualche parte di tastiera, di batteria e alcune vocals. Stefanovic ha donato a questo LP un suono squisitamente 80’s e dal forte impatto, senza altresì rifiutare l’alta qualità della moderna tecnologia.

Un album che risente come già detto del suo essere troppo derivativo ma che val davvero la pena di ascoltare, lasciandosi trascinare dalla maestria sfoggiata da questi cinque ragazzi svedesi, in pezzi come “This Is the One”, “Battlefield of Souls”, nella guerrafondaia “Prayer Warriors”; o nella maideniana “Alpha and Omega” e nella più complessa "title-track”, con le sue cavalcate epiche e al tempo stesso piene di mordente.
Un pizzico di originalità in più e i Flames of Fire potrebbero davvero essere portatori di grandi cose…
Li attendiamo al varco della terza prova.


Recensione a cura di DiX88

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