Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:44 min.
Etichetta:No Remorse Records

Tracklist

  1. DEATHSTALKER
  2. THE CLAW IS THE LAW
  3. FIGHTING SPIRITS
  4. KINGS WHO DIE
  5. IN AT THE DEATH
  6. ALL THE LITTLE DEVILS ARE PROUD OF HELL
  7. HOW AM I
  8. ANTIGONE
  9. PORT OF SAINTS

Line up

  • R.F. Traynor: vocals
  • Chris Nunz: guitars
  • Jeremy Puffer: guitars
  • Cam Dakus: bass
  • Mitch Stykalo: drums

Voto medio utenti

Non c'è niente da fare. Questi sono i dischi che riescono ancora a far breccia nella muraglia di LP e CD che ho eretto a protezione del mio vecchio Hi-Fi.

Beh... posso solo immaginare che questi cinque musicisti siano stati imprigionati a lungo in una torre solitaria su una collina nell'Alberta canadese, in una cella senza porte dove, come Cagliostro, sono stati calati da una botola del soffitto e sottoposti a continui ascolti del più classico Heavy & Power Metal Teutonico. Poi, dopo aver consumato tutti i vinili dei Running Wild, Helloween, Blind Guardian, Scanner, Stormwitch, Risk, hanno evidentemente esternato un doveroso… rimorso, così la Remorse Records ha concesso loro non solo la grazia, ma anche la possibilità di incidere un album, "Deathstalker", sotto il moniker Tower Hill e offrendogli nientemeno che una tela di Andreas Marschall da usare come copertina.

E se lo sono meritato, perché, al di là delle facezie che ho giustappunto fantasticato, i Tower Hill sono stati in grado di mettere sul piatto due belle manciate di brani dinamici, vorticosi (qualche volta anche a rischio di deragliare), con le chitarre che sferzano a destra e manca, basso e batteria a pestare con vigore ed una voce dalla bella timbrica, con R.F. Traynor che declama e sbraita, senza mai lasciarsi intimidire.
È proprio la stessa titletrack ad accompagnarci nell'universo musicale dei Tower Hill, opener dove sono subito palesi le marcate (a fuoco) influenze dei Running Wild, ma la formazione canadese, praticamente una costola dei più estremi Valyria, ci mette molto del proprio per evitare di essere etichettata come l'ennesima clone band. "The Claw Is the Law" fa poi anche meglio con quel pizzico di melodia in più che scorgiamo soprattutto a livello del refrain, ecco una breve introduzione parlata e poi è di nuovo un turbinio di chitarre (sguainate da Chris Nunz e Jeremy Puffer) a catturare la scena nella seguente "Fighting Spirits", sempre all'insegna di quel Metal spumeggiante e spiccatamente ottantiano che caratterizzata anche le successive tracce, tra le quali si ha davvero difficoltà a trovare difetti, che sia il pulsare (per il drumming di Mitch Stykalo) "Kings Who Die", la cadenzata (con quel suo riff Rock'n'Rolfiano") ed evocativa "In at the Death", le battagliere "All the Little Devils Are Proud of Hell" e "Antigone", oppure l'anthemica "How Am I" (episodio che strizza l'occhio allo US Power).
Ma il meglio deve ancora venire, e sul fondo del baule del vecchio Billy Bones, Jim Hawkins scova la mappa di un tesoro che ci condurrà sino a "Port of Saints", a metà (ok, forse un bel po' di più) tra Running Wild pirateschi e gli Scanner di "Terminal Earth", che non solo si fa apprezzare per essere uno degli episodi più avvincenti dell'album, ma anche perché è dedicato alla memoria di Majk Moti, ex chitarrista dei Running Wild scomparso nel febbraio di quest'anno.

Come ho già lasciato intendere in avvio di questa recensione, "Deathstalker" ha tutto quello che serve per conquistarmi.
Fortemente consigliato a chi ha amato e/o vuole riprovare gli "antichi sapori" del Teutonic Power & Speed Metal DOCG.

Chains And Leather Will Live Forever
The Band Begins Its Fight


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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