Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:50 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. ERASE
  2. TIME AFTER TIME
  3. CAUGHT UP
  4. I’M READY
  5. HOW YOU FALL
  6. MILLION MILES AWAY
  7. LET IT GO
  8. FIRE MASTER
  9. THE SYNNER
  10. BABYLON

Line up

  • Gabriel Colón: vocals
  • George Lynch: guitars
  • Jimmy D’anda: drums
  • Jaron Gulino: bass

Voto medio utenti

La fatalità o forse le strategie della discografia contemporanea “curiosamente” vogliono che in questo ottobre del 2023 si rinnovi la sfida tra George Lynch e il suo antico sodale Don Dokken, e in ambedue i casi è quasi inevitabile, per i loro numerosi e fedeli estimatori, nutrire alte aspettative.
Oltre alla pubblicazione quasi contemporanea, un altro aspetto che in qualche modo accomuna questo “Babylon” a “Heaven comes down” è che è in entrambe le circostanze l’elemento “divisivo” della questione sia verosimilmente rappresentato dal comparto vocale, e se per il secondo sono le condizioni dell’ugola di Don a “preoccupare”, nel caso del nuovo albo del Lynch Mob è la voce della new entry Gabriel Colón a dover essere “digerita” dai fans del gruppo.
Il cantante di Porto Rico possiede infatti un timbro abbastanza “singolare” (per semplificare potremmo dire qualcosa tra Layne Staley, Josh Todd e Axl Rose) e parecchio diverso da chi l’ha preceduto e immagino che qualcuno potrà criticare una scelta di questo tipo.
Personalmente la sua prestazione sprezzante e viziosa non mi “disturba” per niente, anche perché si adatta piuttosto bene all’hard-rock blues ombroso, nervoso e urbano contenuto in un album che suona “classico” senza apparire troppo conservatore.
Una “specialità della casa”, se vogliamo, e che qui si manifesta attraverso un programma variegato e discretamente coinvolgente, pilotato (ovviamente) dalla chitarra fremente di un musicista sempre molto abile e parecchio ispirato.
Con il fattivo contributo della solida sezione ritmica formata da Jaron Gulino (Tantric, Heavens Edge) e Jimmy D’anda (ex-Bulletboys), “Babylon” irrompe nei sensi degli appassionati del genere con il groove adescante di “Erase”, per poi proseguire nell’operazione di soggiogamento grazie all’andamento “stradaiolo” di “Caught up” e alla splendida ballata psichedelica “Million miles away”, probabilmente l’apice espressivo di tutto il disco.
Time after time”, e ancor di più “I’m ready”, possono essere tranquillamente considerati riusciti omaggi all’arte immortale dei Van Halen, mentre la tellurica “How you fall”, nonostante la possanza formale, non convince fino in fondo.
Andiamo meglio con il funky metropolitano “Let it go” e con il seducente sviluppo psych-sleaze di “Fire master” e a chi apprezza le torbide atmosfere bluesy non posso che raccomandare “The synner”, in grado di evocare nella memoria le fugaci gesta dei grandi Dirty White Boy.
Gli effluvi esotici emanati dalla fascinosa title-track dell’opera contribuiscono ad inebriare l’astante, magari un po’ infastidito dall’eccessiva diluizione del brano, ma di certo consapevole di avere a che fare con un altro buon lavoro targato Lynch Mob, in grado di non sfigurare nei confronti del glorioso passato della band e del suo leader … potremo affermarlo anche di “qualcun altro”? Mi auguro vivamente di sì, davvero …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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