Ventinove anni di carriera e sette album, questa in poche striminzite parole la storia di una delle war machine olandesi più efficaci, continue e implacabili . Il terzetto che gira intorno alla figura del fondatore Jan Kruitwagen, unico membro ancora attivo dell’originale line-up, per questo nuovo lavoro ci propina, ancora una volta, cio’ che sa fare meglio, del bestiale war black metal a tinte death e punk. Per chi già conosce il gruppo, non ci sarà di che meravigliarsi, chi invece non ha mai apprezzato troppo i ritmi forsennati e il ‘bellicismo’ della band, questo nuovo ‘Grebbeberg’ sarà una gradita ‘sorpresa’. Otto pezzi per 39’ di assalto sonoro, dove non c’é neanche un attimo per respirare, dove la parola d’ordine é una sola, distruggere! Distruggere tutto ció che si trova sul proprio percorso, senza pietà, senza esitazione e senza alcun rimorso. Emblematico ed esplicativo del Sammath sound, il secondo brano ‘Reichswand’ dove il nichilismo del più feroce black metal, incontra la beata e semplice ignoranza del punk su una tavola imbandita a basa di blastbeats da manicomio per del puro terrore sonoro ! Ma ‘Grebbeberg’ sa essere anche qualcosa di più come in ‘Last Gasp Of The Dying’, dove, il terzetto, abbassa leggermente la velocità, riflette un nano secondo di più e piazza un pezzo bomba (tanto per restare in tema) che sa alternare attacchi nucleari ad ‘atmosfere post-nucleari’ (of course), un sali e scendi emozionale, con qualche bagliore di melodia, che finise per travolgerti e smembrarti completamente. In chiusura non posso non segnalare la Marduk-iana ‘Crushed, Shattered And Destroyed’ pezzo che non avrebbe affatto sfigurato su ‘Panzer Division Marduk’ tanto é intensa e tritatutto. I Sammath non saranno mai i fuoriclasse che ti fanno vincere le partite, ma saranno sempre pronti a dare il loro contributo e sostegno quando ci sarà da dar battaglia, una sicurezza !