Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. REAP
  2. CHANGE
  3. RAZOR SHARP
  4. RODRIGO
  5. BREAK
  6. IMPERFECT DAY
  7. GRAVEYARD
  8. TRAVELING BACK
  9. HOLD THE FIRE
  10. HOSTAGE
  11. THE EDGE

Line up

  • Netta Laurenne: vocals
  • Teemu Mäntysaari: guitars
  • Tuomas Yli-Jaskari: bass
  • Vili Itäpelto: keyboards
  • Rolf Pilve: drums

Voto medio utenti

Dopo l’ottimo esordio “20/20”, tornano gli Smackbound con la loro missione di portare l’hard n’heavy alle “masse”, compresa quella generazione di musicofili poco avvezza alle “nostalgie”.
Intento tutto sommato riuscito, dacché “Hostage” è una nuova raccolta di belle canzoni, variegate e caratterizzate da un “tiro” melodico rilevante, pilotate da una cantante, Netta Laurenne, sempre più agguerrita, impetuosa e affascinante come non mai.
Un approccio fresco e “moderno” che conserva solide basi espressive e rispetto al succitato debutto indugia forse in maniera leggermente superiore nell’ambito del gothic-rock, pur mantenendo una certa personalità propria, intrisa di classe ed energia.
Una delle peculiarità dei finlandesi è infatti quella di riuscire a far convivere tante sfumature stilistiche in un’unica entità sonora costantemente coerente, passando con disinvoltura dalle atmosfere vagamente alla Evanescence dell’accattivante ed esotica opener “Reap” alle deflagrazioni dirompenti di “Hold the fire” (un vero showcase della duttilità vocale della Laurenne), per poi approdare alle drammatiche rarefazioni di “The edge”, il tutto mantenendo intatte credibilità e focalizzazione.
Un po’ meno efficaci quando si rivolgono a suggestioni sinfoniche ("Rodrigo”) e power-ose (“Graveyard”), gli Smackbound piacciono per come sanno rivolgersi al mercato radiofonico melodico contemporaneo, vedasi “Change”, le anthemicheBreak” e “Hostage” e la delicata "Imperfect day”, e poi fare l’occhiolino anche a chi predilige sonorità più aggressive e metalliche, certamente attratto dalle randellate di “Razor sharp”.
Alla categoria “esperimenti” da sviluppare e ampliare appartiene infine “Traveling back”, con il suo accattivante tocco rootsy, per un albo che complessivamente convince l’astante delle qualità di una band a cui si può affidare con assodata fiducia la “conservazione della specie”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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