Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:24 min.
Etichetta:Deformeathing Production
Distribuzione:Heavision

Tracklist

  1. CEREMONY
  2. STONE IN THE THROAT
  3. RELIGION OF LOVE
  4. NAILED
  5. THE RETURN OF THE LIVING DEAD
  6. LITTLE PRIESTS
  7. DAD'S STEW FOR TWO
  8. AFTERLIE
  9. FAKE IT
  10. THE VAMPIRE OF BARCELONA
  11. POLISH BLACK METAL MAKES ME SLEEPY
  12. SIBERIAN WEREWOLF
  13. SISTER BERNADETTE
  14. ZAJEBIE CIE
  15. POISON LEADER

Line up

  • St. Sixtus: vocals
  • St. Anacletus: guitars
  • St. Evaristus: drums
  • St. Xyxtus: bass

Voto medio utenti

I chiodi conficcati nella lingua che campeggia sulla copertina del loro terzo album non hanno certo arrestato la furia iconoclasta degli Hostia.

Si parte, infatti, subito decisi, senza "cerimonie" e con un brutale assalto frontale da parte dei quattro musicisti di Varsavia, che si celano dietro i nomi di quattro santi, e che con "Ceremony", spronata dai blast beat claustrofobici di St. Evaristus, lasciano subito intendere di aver saputo attingere a piene mani dalla lezione dei vari Repulsion, Terrorizer, Pig Destroyer, Lamb Of God... dando vita (o morte?) ad un blend di Grind, Death e Brutal Metal feroce, saturo, tossico, dove il cantante St. Sixtus aggredisce le liriche affiancando a tonalità profonde ed abissali (vedasi ad esempio "Little Priests", "Afterlie" o "Siberian Werewolf") affilati passaggi in screaming e un più "canonico" Growl.

I ventiquattro minuti di "Nailed" vengono così sminuzzati e lacerati in quindici sharpnel impazziti, che non si rivelano mai troppo ripetitivi, anzi con interessanti individualità. Ad esempio, con quella loro urgenza ritmica, "Fake It" o "Zajebie Cie" potrebbero sembrare il risultato del maltrattamento di un pezzo degli S.O.D. o dei cugini M.O.D., mentre altri episodi come la titletrack, "The Vampire of Barcelona" (l'unico sopra i due minuti) o "Sister Bernadette", si collocano sul versante più Death Metal della loro proposta.
Il titolo che attira maggiormente l'attenzione è invece "Polish Black Metal Makes Me Sleepy", dove di Black Metal non se ne trova minimamente traccia, evidentemente spazzata via dalle bordate soniche degli Hostia, che in questo frangente risultano meno seriosi rispetto al mood generale dell'album, dove i temi affrontati toccano diversi argomenti, come il cinema ("The Return of the Living Dead"), le relazioni personali ("Stone in the Throat") o reali vicende cruente ("Dad's Stew for Two" e "The Vampire of Barcelona").

Sono davvero colpito dalla veemenza e dalla spietatezza che gli Hostia hanno saputo esprimere su "Nailed". Ora lasciatevi inchiodare anche voi.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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