Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:60 min.
Etichetta:Czar Of Crickets Productions

Tracklist

  1. SILENT FIELD
  2. GROUNDED TO THE SKY
  3. SIREN SONG
  4. GOOD BOY
  5. DAVOS
  6. SHADOW WALKER
  7. CEMETERY STORY
  8. SOUR MILK
  9. THE ELIXIR

Line up

  • Thomas Rosenmerkel: vocals
  • Patrick Hagmann: guitars
  • Tobias Glanzmann: guitar, backing vocals
  • Radek Stecki: bass
  • Manuel Spänhauer: drums

Voto medio utenti

Quando mi avvicino allo Stoner lo faccio sempre in punta di piedi e cercando di non deludere troppo il nostro Dr. Stonerman.

Per fortuna i Giant Sleep mi rendono la vita facile, infatti, con il loro terzo album ribadiscono di non essere la classica Stoner band, ma di imbastardirlo con larghe dosi di Groovy Blues, Hard & Post Pock, Grunge, pure il Funky e tanto altro. Si tratta di una manciata di musicisti tedeschi e svizzeri che bazzicano la scena da anni, tra Fear My Thoughts, Ephemera's Party, K.O.C. o Disgroove, e tra loro ritroviamo anche Thomas Rosenmerkel, che era stato il cantante dei Destruction su un paio di EP e l'album realizzati nella loro "rinnegata" parentesi senza Schmier.

Ma, come già anticipato, su "Grounded To The Sky" non troviamo né del Thrash Metal e nemmeno il Melodic Death Metal dei Fear My Thoughts, con l'opener "Silent Field" siamo subito in balia di suoni carichi e intensi, mai tirati allo spasimo e con un avvolgente retrogusto malinconico e vintage, grazia anche al cantato di Rosenmerkel, che pare piazzarsi a metà strada tra Chris Cornell e Dave Wyndorf. La titletrack si snoda in un crescendo ipnotico tratteggiato dal basso funkeggiante di Radek Stecki e presa per le redini da Rosenmerkel che dà il meglio di sé tanto nei passaggi più sabbathiani quanto nelle suggestioni ispirate ai Pink Floyd che affiorano sul finire del brano, e che ritroviamo ancor più marcate su "Siren Song", soprattutto nella prova di Patrick Hagmann e Tobias Glanzmann, o nelle trame malinconiche e struggenti di "Davos" e della conclusiva e largamente strumentale "The Elixir".
Quando invece i Giant Sleep decidono di mostrare i muscoli, lo fanno nel Blues distorto e grooveggiante di "Good Boy", nelle sonorità seventies di "Cemetery Story" o nella rumorosa e vibrante "Sour Milk", ma è su "Shadow Walker" che a mio parere offrono la loro miglior prova d'assieme, un episodio caldo ed avvolgente, suonato e cantato in maniera superba.

Non so proprio come il gigante possa ancora riuscire a dormire, cullato e avvolto delle note di "Grounded To The Sky", un ottimo album dalle molteplici sfaccettature e che trasmette tutta l'urgenza e l'intensità compositiva ed esecutiva dei Giant Sleep.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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