Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:35 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. BAD BLOOD
  2. (I AM) IN KOMMAND
  3. DIRTY PIG
  4. SURFACING
  5. UNLEASHING HELL
  6. SPREAD THE PAIN
  7. TOOK MY CHANCES
  8. NOT ME, NO WAY

Line up

  • Mike Larock: bass
  • Dan Hughes: drums
  • Mike Plant: guitars
  • Rick Hughes: vocals

Voto medio utenti

Aspettavo questo comeback come l’evento dell’anno; 34 giri attorno al Sole di attesa sperando in un ritorno degno del blasone della band canadese, autrice negli anni ’80 di due lavori eccezionali che sono stati consumati dal mio stereo.
E invece: mai una gioia.
Ho voluto intenzionalmente evitare singoli ed anticipazioni rilasciati nelle settimane precedenti proprio per godermi un’immersione totale ma... non credevo di dover affondare nel San Lorenzo con i piedi piantati nel cemento.
Peccato. A volte è meglio vivere di gioiosi ricordi piuttosto di affrontare un deludente presente.

Potrei terminare qui la recensione di questo disco.

Siccome sono ligio al dovere, vi ammorbo con qualche elucubrazione scaturita dall’ascolto ripetuto (ahimé) di questo nuovo parto discografico così controverso. Quindi, se avete voglia di leggere qualche riga in più -cosa che non credo, soprattutto se già avete ascoltato il disco- vado a spiegarvi la mia delusione dopo aver affrontato “III”, un lavoro atteso per “appena” 34 anni.

Scordatevi Metalized e Sweet Dreams. I “nuovi” Sword non sono in grado di proporre nulla di simile ai loro incendiari esordi. Qualcuno dirà: “beh, erano giovani, avevano la carica giusta, l’ispirazione, le idee…”. Esatto: ERANO, AVEVANO. Situazioni di passaggio frutto di capacità e “pianeti allineati” magari, ma cosa rimane di una band spogliata di questo? Rimangono degli ultra-cinquantacinquenni innamorati della musica dura che PROVANO ad affrontarla oggi.
Il riffing presente su “III” è spesso abbastanza moderno e sincopato, con parecchio groove, i suoni di chitarra sono grossi, pieni ed a volte sembrano uscire da un macigno come Jugulator. III è, infatti, un lavoro che punta molto sui mid tempo ma con canzoni che non riescono ad essere trascinanti e frequentemente la causa è dovuta all’eccessiva semplicità dei riff, altre volte alla scelta di ritornelli discutibili in cui il cantato stride, altre volte ancora gli imputati principali sono la mancanza di energia e di ispirazione. A proposito di cantato, Rick rimane convincente su tonalità comode ma quando spinge un po' di più ed esce dalle proprie possibilità scivola malamente, così come discutibili sono alcune melodie scelte nei ritornelli.

Esempi? “Bad Blood” sembra essere interessante ma il ritornello è troppo sguaiato e non c’entra con il contesto; “Dirty Pig” ha una forte presenza del basso, mostra i muscoli ma sembra slegata; “Unleashing Hell” è un mid tempo anonimo rovinato ancora da una voce troppo sforzata; stesso dicasi per “Took My Chances” piatta e noiosa, in cui emerge un sapore quasi blues.
Gli episodi ben riusciti rimangono il carico up-tempo di “(I Am) In Kommand”, in grado di fare scapocciare bene e -in parte- la conclusiva “Not Me, No Way” anche se, giunti alla fine, è più il dispiacere nel realizzare che questo non sia il disco di ritorno sperato.

Gli Sword targati 2022 sono questi, sono un gruppo in grado di proporci un disco ripetitivo, pallosetto, che cerca di mostrare i muscoli, che cerca di agitare ma che non smuove molto. Spesso è proprio la piattezza generale il vero problema, anche perché è difficile definire “brutto” un disco di questo tipo: il suo problema è che non si accende mai.
Oggi come oggi è raro trovare un disco suonato male o con una produzione pessima, ecco che il "brutto" è dovuto alla mancanza di contenuto, alla mancanza di voglia di riascoltarlo, all'assenza di pezzi interessanti.

Forse questo mix di sensazioni negative è dovuto alla carica di aspettative (legittime) verso questo nuovo album ma guardando nel piatto vedo un buon pezzo, un paio di canzoni che hanno dentro qualcosina di interessante e una mezz’oretta di musica che si barcamena per stare a galla, senza riuscirci. Più di una volta è sorto nella mia mente un parallelismo divergente -non so bene cosa significhi ed è volutamente esagerato- con gli Europe. La band svedese dopo i mega-successi degli anni ’80 è sparita nell’oblio (come gli Sword) ed è tornata a metà degli anni 2000 con uno stile cambiato, diverso, magari più affine agli uomini che sono diventati nel frattempo ma, cazzo, maledettamente efficace e con qualcosa da dire. Gli Sword, invece, sono semplicemente tornati dopo anni cercando di fare... “qualcosa”, senza un focus preciso e con pochissime idee.

Gran peccato.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 nov 2022 alle 10:17

Pure io aspettavo con trepidazione sto album! Il singolo mi aveva anche fatto ben sperare! Purtroppo confermo le impressioni di Frank, a parte I Am in Kommand il resto del disco è davvero bruttino. Una vera delusione :(((((((

Inserito il 27 nov 2022 alle 09:40

Il problema sono le aspettative Anche io mi aspettavo un "Sweet Dreams" 2, ma dopo 34 anni era difficile

Inserito il 27 nov 2022 alle 08:58

Lo dico con la morte nel cuore, ma disco veramente brutto

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