Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2022
Durata:43 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. HLJOð
  2. FORTUNALE
  3. YR
  4. SLAHAN
  5. BäR SERKR GANGR
  6. JORMUNGANDR
  7. HATE AND BETRAYAL
  8. ἈΠΕΙΡΩΣ
  9. LYCANTROPIA

Line up

  • Luigi Luca Coletta: bass
  • Edoardo Palumbo: flute, percussion, vocals
  • Francesco Guerra: guitars, jouhikko
  • Danilo Dardano: guitars

Voto medio utenti

Nati a Napoli nel 2016, i napoletani Fyrnir si definiscono come una band dedita a sonorità "Atmospheric Death Metal", traendo un po' in inganno l'eventuale ascoltatore; di atmosfera, intesa come ambientazioni e trame epiche e solenni, ce n'è in abbondanza, peraltro resa con grande gusto e magniloquenza sebbene questo debutto intitolato "Awakening" non goda certo di un cospicuo budget per la registrazione, ma il death metal potrebbe trarre in inganno a meno che non si intenda qualcosa di simile agli Amon Amarth di inizio carriera, ai tempi di "Once Sent from the Golden Hall".
In realtà la proposta dei Fyrnir sembrerebbe più sbilanciata su tematiche viking/epic sebbene "Awakening" spazi, come da loro premesso, dal folk al progressive ed io aggiungo volentieri una spruzzata degli Enslaved di "Frost", citati peraltro insieme ad Agalloch e (vecchi) Opeth come prime influenze ai tempi in cui la formazione campana ha mosso i suoi primi passi.

In realtà "Awakening" è davvero un lavoro che presenta diverse sfaccettature, che in tutta probabilità sono anche il risultato di molti anni di stesura e preparazione, iniziato con un demo di fine 2018 di quatto brani che possiamo ritrovare tutti su questa opera prima sulla lunga distanza che dopo un'iniziale intro "Hljoð" parte alla grande con quello che è con tutta probabilità il brano migliore ovvero "Fortunale", caratterizzato dall'uso della lingua italiana, dal sapiente uso alternato di growl e clean vocals (entrambe molto ben realizzate) e dalle forti componenti epiche, convincenti sebbene come detto si tratti di una autoproduzione.
Ridurre il lavoro dei nostri a tutto ciò, per quanto ben riuscito ed esaltante, sarebbe limitante dato che nelle successive composizioni come "Slahan" emerge il lato più progressivo e fantasioso dei Fyrnir, in ogni caso ben piantati su un incedere drammatico e severo, reso ancor più nostalgico e deprimente dal buon uso di parti strumentali e struggenti, ma risultano efficaci anche i brani più lineari e squisitamente death metal come "Bär Serkr Gangr", seppur sempre venati da una componente black che sappiamo quanto bene si sposi con queste sonorità.

Quarantasei minuti davvero persuasivi e che denotano una grande cura ed atttenzione da parte dei Fyrnir, che peraltro si chiudono alla grande con la doppietta della malinconica "Apeiros" e la suite finale "Lycantropia" da dieci minuti di durata, tra echi di The Fall of Every Season e sfuriate nordiche, summa della loro proposta già così carica di qualità e significato nonostante siano alla loro opera prima.
Ci sarà da divertirsi.

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Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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