Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:39 min.
Etichetta:Black Lion Records

Tracklist

  1. CAULDRON OF PLAGUES
  2. THE GREAT BELOW
  3. IN SILENCE
  4. DAMNATIONS JAW
  5. SULPHUR FIRE
  6. ENSAMVARG
  7. YOUR MIGHTY HAS FALLEN
  8. THE FIRE WITHIN HIM BURNS

Line up

  • Jakob Björnfot: all instruments

Voto medio utenti

Prosegue a grandi passi la traiettoria artistica di Jakob Björnfot - polistrumentista e compositore che si cela dietro il monicker Kvaen - che, dopo il riuscitissimo debut "The Funeral Pyre", ancora sotto l'egida della Black Lion Records pubblica il successore "The Great Below".

La novità è che dietro le pelli, al posto di Perra Karlsson, abbiamo Tommi Tuhkala (attivo nei brasiliani Outlaw e nei finlandesi Spell of Torment) mentre ancora una volta è assai nutrita ed importante la lista degli ospiti che insieme a Jakob hanno contribuito a dare vita al nuovo album: Mike Wead, Jeff Loomis, Sebastian Ramstedt, Angus Norder, Nephente Fridell ed il vocalist dei Finntroll Mathias "Vreth" Lillmåns.
"The Funeral Pyre" si è diffuso tra gli appassionati ricercatori di musica al di fuori dei soliti grandi nomi con la velocità che solo il passaparola riesce ad avere, facendo conquistare a Kvaen il rispetto del pubblico, e "The Great Below" ne è il degno erede.
Sgombriamo subito il campo: sebbene nel flyer di presentazione venga descritto come "ancora più grandioso del debutto, con suoni più pesanti e brutali che mai", il livello medio del debut è sicuramente superiore ma parliamo comunque di un lavoro ben sopra la media.

La miscela di black, thrash, speed e classic metal proposta da Kvaen fà centro ancora una volta grazie ad un lotto di canzoni che fanno immediatamente presa già dal primo ascolto.
Le soluzioni melodiche, pur nella generale sferzante aggressività, rendono il giusto omaggio ai maestri Dissection mentre le partiture dai tempi più dilatati strizzano l'occhio all'heavy più classico.
Ascoltando più attentamente notiamo però un certo squilibrio nell'album: i primi quattro brani (dall'opener "Cauldron of Plagues" sino a "Damnations Jaw") hanno una complessità ed una identità assai più marcate dei quattro conclusivi, difetto che fa scivolare via gli ultimi 18 minuti quasi per inerzia.
Come dicevo poco sopra però parliamo sempre di un lavoro ben sopra la media e superiore a moltissime uscite di questo periodo, elementi che mi spingono a consigliarlo senza dubbi di sorta.

Kvaen - "In Silence"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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