Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:39 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. THE COLLECTOR
  2. HIEROPHANT
  3. SELF - EATER
  4. NEUROMANCER
  5. COMING STORM
  6. A DESERT THRONE
  7. MODERN PRIMITIVES
  8. PSYCHOHISTORY
  9. A DREADFUL MUSE

Line up

  • Spiros Antoniou: bass, vocals
  • Christos Antoniou: guitars, orchestrations
  • Sotiris Vayenas: guitars, vocals
  • Kerim "Khrim" Lechner: drums
  • Psychon: guitars

Voto medio utenti

Anno nuovo, vita nuova direbbe il vecchio proverbio, e difatti i greci Septicflesh lo hanno preso in parola.
Perché questa nuova uscita concepita durante la pandemia esce per la Nuclear Blast, nuova casa per la band ellenica.
Ma non temete, il sapore del nuovo album è coerente con lo stile dei nostri, ovvero il death sinfonico qui ha un climax perfetto dove le bordate potenti convivono con sezioni orchestrali melodiche ad alto grado emozionale unite a parti pulite.
Basta sentire la seconda traccia cinematica “Hieropant”, brano pesante con chitarroni compressi unite a un vocione cavernoso e profondo ma che è comprensibile che nel chorus s’incrocia con voci pulite.
Le orchestrazioni danno un senso antico ed ancestrale al tutto con uno stile arabeggiante e ci sono anche interventi in sfuriata.
Altro brano eccelso è il seguente “Self eater”, dove l’orchestra coi cori si fondono al metal estremo del combo in una miscela drammatica epica che mischia bene tempi medi a up tempo guidati dalla doppia cassa e con gran senso del ritmo.
Con “Coming storm” ecco che veramente veniamo coinvolti in una tempesta, basta sentire l’incipit del brano lasciato all’orchestra con i sussulti blast beat della batteria.
Brano pesantissimo con accelerazioni, dove il tasso aggressivo viene amplificato dall’unione di strumenti elettrici ed acustici; il tono è minaccioso e cupo ed inarrestabile fino all’incursione pulita con cori annessi.
Uno dei miei brani preferiti è la tellurica “Psychohistory”, andamento multiforme che va da mid tempo quadrati a scatti improvvisi feroci e fulminei.
Le chitarre serrate e compresse non concedono un filo di calma mentre le orchestrazioni minacciose rendono il tutto più maligno ed oscuro.
In conclusione, un gran bel ritorno che fa ancora vedere che il gruppo di Seth Siro Anton non ha intenzione alcuna di cedere di un millimetro con coerenza e spirito critico.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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