Decasia - An Endless Feast for Hyenas (Reissue)

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:46 min.
Etichetta:Heavy Psych Sounds

Tracklist

  1. ILION
  2. HROSSHVELLI'S ODE
  3. ALTOSTRATUS
  4. CLOUD SULTAN
  5. OVERRIDE
  6. SKELETON VOID
  7. SOFT WAS THE NIGHT
  8. LANIAKEA FALLS
  9. SUNRISE
  10. HYENAS AT THE GATES

Line up

  • Maxime Richard: guitar, vocals
  • Fabien Proust: bass, synth
  • Geoffrey Riberry: drums

Voto medio utenti

Francesi di Nantes (ora stanziati a Parigi), i Decasia pubblicano il loro primo full-lenght per la nostra etichetta Heavy Psych Sounds, sempre più protagonista nell'ambito degli stili rock alternativi ed underground.
Questo "An endless feast for hyenas" è un lavoro che si colloca nel contesto dello stoner più heavy e psichedelico. I parametri di riferimento sono nomi come Colour Haze, All Them Witches, Datura4, Ape Machine, Joy, Ecstatic Vision, tanto per citarne qualcuno e collocare la direzione stilistica della band transalpina. Un sound potente, heavy-rock, ma anche fortemente contaminato da venature psych e attitudine jammistica e free-form. Una coloritura trippy alimenta l'intero disco, collocandolo molto vicino allo space-rock o allo stoner più magnetico e stordente.
Il trio mostra attitudine e groove convincente, con momenti davvero torrenziali e cosmici ("Skeleton void", brano da goduria interstellare) e passaggi più lisergici e meditativi ("Laniakea falls", acid-jam Hawkwindiana da brividi), ma non disdegna temi maggiormente diretti e vagamente post-rock. Le pulsioni torride ed incalzanti di "Ilion" e "Cloud sultan" fanno pensare ai Monster Magnet di "Superjudge", grazie al buon lavoro chitarristico e vocale di Maxime Richard, mentre la morbidezza oppiacea di una "Hrosshvelli's ode" testimonia che la band possiede buona capacità di coniugare aspetti melodici nebbiosi insieme ad un tessuto sonoro prettamente psichedelico.
In questo lavoro si percepisce entusiasmo e capacità, anche se rimane qualcosa da mettere maggiormente a fuoco. Un pizzico di ridondanza da debutto, che non inficia comunque un risultato più che soddisfacente. Il chitarrismo di Richard è coerente con la moderna tendenza neo-psych, la voce pulita perde un pò di mordente nelle parti aggressive ma recupera in quelle lisergiche, la coppia Proust / Riberry garantisce il retrogusto stoner adatto al genere.
Buon disco, formazione promettente.

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